By Baghdadhope*
fonte dea notizia: Uragency
Alla vigilia del suo trasferimento come nuovo ambasciatore francese in Tunisia in sostituzione di Pierre Ménat, Boris Boillon, dal luglio 2009 in carica a Baghdad, in una conferenza stampa del 30 gennaio sembra essersi levato alcuni sassolini dalle scarpe.
Parlando ai giornalisti Boillon ha sottolineato come non sia mai stata intenzione della Francia promuovere in alcun modo la migrazione dei cristiani dall'Iraq ma solo di permettere ai feriti ricoverati a seguito dell'attentato del 31 ottobre 2010 di rimanere nel paese che li ha accolti e curati per ragioni umanitarie.
I cristiani, ha aggiunto Boillon, "hanno un ruolo importante in tutti i campi" ma la Francia, "opera a favore dell'unità del popolo iracheno" per preservare "la diversità religiosa e culturale su cui si basa la stessa identità nazionale" e pur nella consapevolezza che il terrorismo "colpisce tutte le parti" chiede la sicurezza "per gli iracheni in genere e per i cristiani in particolare".
Parole queste che sembrano una risposta indiretta a quelle che ripetutamente si sono levate da parte della gerarchia ecclesiastica irachena che ha accusato la Germania e la Francia di favorire la sparizione dei cristiani dall'Iraq quando, all'indomani della strage della chiesa di Nostra Signora della Salvezza, avevano offerto rifugio ad un numero - limitato in entrambi i casi - di cristiani molti dei quali - è il caso dei ricoverati in Francia ma anche a Roma - da subito avevano espresso il desiderio di non fare ritorno in Iraq.
fonte dea notizia: Uragency
Alla vigilia del suo trasferimento come nuovo ambasciatore francese in Tunisia in sostituzione di Pierre Ménat, Boris Boillon, dal luglio 2009 in carica a Baghdad, in una conferenza stampa del 30 gennaio sembra essersi levato alcuni sassolini dalle scarpe.
Parlando ai giornalisti Boillon ha sottolineato come non sia mai stata intenzione della Francia promuovere in alcun modo la migrazione dei cristiani dall'Iraq ma solo di permettere ai feriti ricoverati a seguito dell'attentato del 31 ottobre 2010 di rimanere nel paese che li ha accolti e curati per ragioni umanitarie.
I cristiani, ha aggiunto Boillon, "hanno un ruolo importante in tutti i campi" ma la Francia, "opera a favore dell'unità del popolo iracheno" per preservare "la diversità religiosa e culturale su cui si basa la stessa identità nazionale" e pur nella consapevolezza che il terrorismo "colpisce tutte le parti" chiede la sicurezza "per gli iracheni in genere e per i cristiani in particolare".
Parole queste che sembrano una risposta indiretta a quelle che ripetutamente si sono levate da parte della gerarchia ecclesiastica irachena che ha accusato la Germania e la Francia di favorire la sparizione dei cristiani dall'Iraq quando, all'indomani della strage della chiesa di Nostra Signora della Salvezza, avevano offerto rifugio ad un numero - limitato in entrambi i casi - di cristiani molti dei quali - è il caso dei ricoverati in Francia ma anche a Roma - da subito avevano espresso il desiderio di non fare ritorno in Iraq.