By Baghdadhope
Stupirebbe sapere che in una chiesa caldea, in qualsiasi parte del mondo si trovi, non si sia celebrata in queste ultime settimane una messa in memoria del compianto Mons. Faraj P. Raho, vescovo di Mosul rapito ed ucciso lo scorso anno, tanto è l’affetto che legava lo legava a tutta la sua comunità.
Da Karamles, nel nord dell’Iraq, dove il 14 marzo 2008 il vescovo è stato sepolto in una toccante celebrazione; a Baghdad dove alla messa celebrata da Mons. Shleimun Warduni ha partecipato il Patriarca della Chiesa Caldea, Mar Emmanuel III Delly; ad Eskilstuna ed a Stoccolma, in Svezia; a Toronto nella Chiesa Caldea del Buon Pastore, ed ad Oakville in Canada con una cerimonia ecumenica che ha visto la partecipazione non solo di fedeli e sacerdoti caldei ma anche di religiosi della chiesa assira dell’Est, della chiesa siro ortodossa e del vescovo di Mosul dell’Antica Chiesa dell’Est, Mar Thoma; alla California, nella diocesi caldea di St. Peter dove alla memoria di Mons. Raho è stata dedicata la meditazione della Via Crucis, l’ultima preghiera pubblica che il vescovo tenne prima di essere rapito; a Parigi, dove una messa è stata celebrata nella chiesa della Vergine Maria da Mons.Petrus Yusef ed un’altra lo sarà domani da Mons. Rabban Al Qas, vescovo caldeo di Amadhiya ed amministratore patriarcale di Erbil, da Mons. Marc Stenger, Vescovo di Troyes e presidente di Pax Christi (Francia) ed ancora da Mons. Petrus Yusef.
Da Karamles, nel nord dell’Iraq, dove il 14 marzo 2008 il vescovo è stato sepolto in una toccante celebrazione; a Baghdad dove alla messa celebrata da Mons. Shleimun Warduni ha partecipato il Patriarca della Chiesa Caldea, Mar Emmanuel III Delly; ad Eskilstuna ed a Stoccolma, in Svezia; a Toronto nella Chiesa Caldea del Buon Pastore, ed ad Oakville in Canada con una cerimonia ecumenica che ha visto la partecipazione non solo di fedeli e sacerdoti caldei ma anche di religiosi della chiesa assira dell’Est, della chiesa siro ortodossa e del vescovo di Mosul dell’Antica Chiesa dell’Est, Mar Thoma; alla California, nella diocesi caldea di St. Peter dove alla memoria di Mons. Raho è stata dedicata la meditazione della Via Crucis, l’ultima preghiera pubblica che il vescovo tenne prima di essere rapito; a Parigi, dove una messa è stata celebrata nella chiesa della Vergine Maria da Mons.Petrus Yusef ed un’altra lo sarà domani da Mons. Rabban Al Qas, vescovo caldeo di Amadhiya ed amministratore patriarcale di Erbil, da Mons. Marc Stenger, Vescovo di Troyes e presidente di Pax Christi (Francia) ed ancora da Mons. Petrus Yusef.
Domenica scorsa è stata celebrata una messa nella chiesa caldea di Mar Qardagh, ad Erbil.
Baghdadhope ha sentito a proposito il parroco Padre Rayan P. Atto che ha raccontato come nell'omelia abbia ripreso un discorso fatto da Monsignor Raho subito dopo uno dei tanti attentati che in questi anni hanno colpito le chiese in Iraq.
In quel discorso, ha ricordato Padre Atto, Monsignor Raho aveva invitato i fedeli a non chiedersi il perchè degli avvenimenti che li stavano colpendo, del brutale assassinio avvenuto qualche tempo prima di Padre Ragheed Ganni, ucciso a Mosul a giugno del 2007 insieme ai diaconi della chiesa caldea dello Spirito Santo, o di quello antecedente di Padre Paul Iskandar, il sacerdote siro ortodosso rapito e barbaramente ucciso sempre a Mosul, di non arrovellarsi a trovare una ragione ma di affidarsi alla certezza salvifica della fede che da sola può guidare gli uomini verso l'uscita dal baratro. Ed aveva altresì rammentato a tutti come la comunità cristiana irachena affondasse le sue radici in tempi antichissimi e che da sempre fosse stata caratterizzata dal suo porsi come "amica" nei confronti di tutte le altre componenti del paese.
"Con quella messa" ha dichiarato Padre Atto "abbiamo voluto ricordare Monsignor Raho, il suo carisma, la sua bontà d'animo, il suo coraggio. Un uomo che, deve essere sottolineato, era stimato ed amato dai suoi fedeli in quanto pastore della comunità, ma anche da molti musulmani che ne avevano apprezzato nel tempo tutte le qualità di uomo e religioso."
Baghdadhope ha sentito a proposito il parroco Padre Rayan P. Atto che ha raccontato come nell'omelia abbia ripreso un discorso fatto da Monsignor Raho subito dopo uno dei tanti attentati che in questi anni hanno colpito le chiese in Iraq.
In quel discorso, ha ricordato Padre Atto, Monsignor Raho aveva invitato i fedeli a non chiedersi il perchè degli avvenimenti che li stavano colpendo, del brutale assassinio avvenuto qualche tempo prima di Padre Ragheed Ganni, ucciso a Mosul a giugno del 2007 insieme ai diaconi della chiesa caldea dello Spirito Santo, o di quello antecedente di Padre Paul Iskandar, il sacerdote siro ortodosso rapito e barbaramente ucciso sempre a Mosul, di non arrovellarsi a trovare una ragione ma di affidarsi alla certezza salvifica della fede che da sola può guidare gli uomini verso l'uscita dal baratro. Ed aveva altresì rammentato a tutti come la comunità cristiana irachena affondasse le sue radici in tempi antichissimi e che da sempre fosse stata caratterizzata dal suo porsi come "amica" nei confronti di tutte le altre componenti del paese.
"Con quella messa" ha dichiarato Padre Atto "abbiamo voluto ricordare Monsignor Raho, il suo carisma, la sua bontà d'animo, il suo coraggio. Un uomo che, deve essere sottolineato, era stimato ed amato dai suoi fedeli in quanto pastore della comunità, ma anche da molti musulmani che ne avevano apprezzato nel tempo tutte le qualità di uomo e religioso."
Domani, 14 marzo, nella chiesa di San Paolo a Mosul sarà Monsignor Shleimun Warduni, Patriarca vicario caldeo a celebrare la messa in memoria di un vescovo che, martire della fede, tutti ricordano con un carattere forte ma capace di grande bontà, generosità e comprensione.