Fonte: SIR
“Finché ci saranno persone come mons. Raho il Cristianesimo in Iraq, come in tutto il Medio Oriente, non avrà fine”. Padre Philip Najim, procuratore caldeo presso la Santa Sede e visitatore per l’Europa, ricorda così l’arcivescovo di Mosul, mons. Paulos Faraj Raho, ad un anno dalla sua morte (13 marzo 2008, dopo circa due settimane di rapimento). “Ha dato testimonianza della sua fede fino alla morte e il suo ricordo vive non solo tra i fedeli di Mosul e dell’Iraq ma anche tra gli iracheni all’estero” dichiara al Sir il procuratore caldeo. “Mons. Raho ha contribuito a rafforzare la comunità cristiana mediorientale e con lui i tanti sacerdoti e laici, penso a padre Ragheed Ganni e ai suoi suddiaconi (uccisi il 3 giugno 2007, ndr), che hanno perso la vita per la fede divenendo martiri della Chiesa mediorientale, che per quanto piccola numericamente è viva. Finché ci saranno figure come loro il Medio Oriente resterà terra fertile per la fede cristiana”. In questo senso “la visita di Benedetto XVI in Terra Santa rafforzerà i cristiani locali e servirà a ricordare loro che fanno parte della Chiesa e che sono nel cuore del Papa”. “Benedetto XVI – conclude mons. Najim – proprio per questo incontrerà ad Amman, nella tappa giordana del suo viaggio, l’intero episcopato iracheno, appositamente invitato, guidato dal patriarca Delly. Un gesto altamente significativo”.