By Baghdadhope
"E' stata un'esperienza bellissima" con queste parole Monsignor Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo, ha commentato nel corso di un'intervista telefonica a Baghdadhope la recente visita fatta insieme al patriarca della chiesa caldea, Mar Emmanuel III Delly, alla diocesi di Bassora in occasione dell'ordinazione corepiscopale di Padre Emad Aziz Al Banna.
La cerimonia, svoltasi con grande partecipazione di fedeli e religiosi si è svolta nella chiesa di Santa Teresa, "Santa Teresa dei latini" ha specificato Monsignor Warduni ricordando come da qualche anno la chiesa caldea ha in uso quella chiesa visto che "la nostra è piccola e non adatta alle cerimonie e che a Bassora ci sono alcune famiglie latine ma non un loro sacerdote."
Ma la visita a Bassora, la prima del Cardinale Delly dalla sua nomina a patriarca nel 2003, non si è limitata alla cerimonia. Dal punto di vista ecumenico è stata caratterizzata da uno scambio di visite della delegazione caldea alle chiese siro-cattolica, siro-ortodossa e armeno-ortodossa i cui sacerdoti si sono poi recati a salutare il patriarca.
"L'altro ieri, inoltre" ha continuato il vescovo "abbiamo incontrato i capi religiosi musulmani e rappresentanti del governo e dell'esercito che hanno voluto salutare il patriarca e congratularsi di persona con Padre Al Banna che è molto stimato e considerato un elemento importante per il cammino verso la pace. Un sacerdote che è sempre rimasto vicino ai fedeli come seminatore di pace e che ha sempre intrattenuto buoni rapporti con tutte le realtà cittadine."
Monsignore, quando nell'ottobre del 2006, Monsignor Jibrail Kassab, da dieci anni vescovo di Bassora, fu destinato a guidare la nuova eparchia di Australia e Nuova Zelanda dichiarò che a Bassora delle circa 1000 famiglie caldee che vi vivevano prima del 2003 ne erano rimaste solo circa 200. Com'è oggi la situazione?
"Ora ci sono circa 260 famiglie. Si è registrato un certo aumento quindi. D'altra parte la situaizone sta migliorando. Noi stessi ci siamo meravigliati arrivando in città. Il trafffico, i negozi aperti, le donne che andavano a fare la spesa, le nostre donne che arrivavano in chiesa a capo scoperto e che indossano il velo solo in chiesa come è tradizione per noi. Tornando a Baghdad ci siamo anche fermati a Al Amarah dove siamo stati accolti con canti e applausi dalle circa 20 famiglie che lì vivono. E' stato un momento di vera gioia."
Una situazione migliore a Bassora quindi ma per quanto riguarda Baghdad? Negli ultimi giorni si sono registrati dei sanguinosi attentati...
"Sì, purtroppo sì. Eppure anche a Baghdad la situazione sta migliorando. Sabato scorso, ad esmpio, sono iniziati i lavori di restauro della chiesa di San Pietro e Paolo a Dora. La chiesa che a causa degli attentati del 1 agosto 2004, delle violenze e della presenza militare americana nella zona era rimasta inagibile per lungo tempo. Speriamo che i lavori procedano speditamente per poter riaprire la chiesa in occasione delle cerimonie pasquali."
Questo vuol dire che c'è speranza che anche il seminario maggiore caldeo ed il Babel College, trasferiti da Dora nel nord dell'Iraq per motivi di sicurezza nel gennaio del 2007 verranno riaperti?
"Certamente. Proprio oggi mi recherò a Dora per prendere accordi. In ogni caso vogliamo prima terminare i lavori alla chiesa di San Pietro e Paolo. Per adesso, comunque, gli edifici del seminario e del collegio sono presidiati da nostre guardie. La nostra speranza, come cittadini iracheni e come cristiani, è che tutti questi piccoli segni possano portare l'Iraq sul cammino della pace e della riconciliazione e che i nostri fedeli possano avere un futuro nella loro patria."