"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

20 marzo 2009

Una minuscola comunità cristiana in Iraq

Fonte: AFP

Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Gli armeni sono stati a lungo uno delle più piccole comunità con poca influenza politica, anche contando tra i suoi antichi membri la donna più ricca dell’Iraq ed il "Signor 5%" del petrolio iracheno.
Il basso profilo ha consentito alla piccola comunità cristiana nell’Iraq a maggioranza musulmana di prosperare fin da quando i primi mercanti si avventurarono in Mesopotamia - la terra tra i fiumi - e vi si stabilirono nel XVII secolo.
A differenza dei Caldei che rappresentano la maggioranza dei cristiani del paese martoriato dalla guerra e che sono emigrati in massa, gli armeni pensano di rimanerci ha dichiarato l’Arciprete Nareg Ishkhanian. "Questa è anche la nostra terra. Siamo qui per rimanerci" pur avendo "a volte problemi con i fanatici” (islamisti) ha aggiunto il 63enne Ishkhanian.
La comunità conta oggi circa 12.000 membri -7.000/8.000 a Baghdad - su una popolazione irachena di circa 29 milioni di persone. Negli anni 50 essa contava 35.000 membri la maggior parte dei quali erano i sopravvissuti ed discendenti di ciò che gli armeni definiscono il genocidio della Turchia ottomana del 1915. Ankara ancora oggi nega qualsiasi accusa di genocidio.
Ma la presenza armena in Iraq risale al XVII secolo quando i mercanti si stabilirono lungo un territorio che si estendeva attraverso l'Iran e l'India fino al porto di Bassora sul Golfo, oggi nell’ Iraq meridionale, fino a nord a Baghdad. La loro chiesa principale nel centro di Baghdad, in Piazza Tehran [1], conserva documenti risalenti al 1636. Almeno 45 armeni sono stati uccisi negli anni di dilagante insurrezione, guerra settaria e spesso sfrenata criminalità post-Saddam, mentre altre 32 persone sono state rapite per riscatto, due delle quali risultano ancora oggi scomparse. Il 7 dicembre 2004, durante la notte fu attaccata una nuova chiesa nella città settentrionale di Mosul, un bastione di Al-Qaeda, pochi giorni prima della sua inaugurazione. Come tutti gli iracheni gli armeni sono stati coinvolti dallo scoppio di autobomba, uccisi durante delle rapine, o per errore dai soldati degli Stati Uniti o dagli appartenenti alla ditta di sicurezza privata Blackwater.

Storicamente gli armeni in Iraq non hanno mai contestato il regime dominante. Essi sono stati vicino ai pascià durante il dominio ottomano ed al successivo dominio coloniale inglese.
Il dittatore Saddam Hussein non li riteneva una minaccia tanto che essi formavano la maggioranza del suo personale domestico, dalle governanti al sarto personale, dal falegname al fotografo ufficiale. Ishkhanian ha insistito nel rendere omaggio al paese ospitante nonostante la sua storia turbolenta che ha causato ondate migratorie durante le quale specialemente i più ricchi hanno iniziato una nuova vita in Occidente. "Siamo in debito con gli arabi", ha detto. "Hanno fatto di tutto per accoglierci. Ci hanno permesso di vivere e di crescere nella società dopo che i sopravvissuti armeni, molti dei quali orfani, erano arrivati scalzi dalle marce della morte attraverso il deserto."
All'altra estremità dello spettro la famiglia Iskenderian – da tempo stabilitasi in Iraq – reclama parte della Zona verde nel centro di Baghdad che comprende uno dei palazzi di Saddam e che è ora sede del governo iracheno e dell’enorme ambasciata americana. Un'altra importante famiglia, la Kouyoumdjians, fa risalire le proprie origini in Iraq ad un periodo precedente alla relazione di parentela e di affari con Calouste Gulbenkian, il famoso signor 5% del petrolio iracheno di un secolo fa.
Vasti appezzamenti di terreno a Falluja, in passato epicentro della rivolta anti-USA, ancora appartengono alla famiglia. Il primo re iracheno, Faisal, era solito fermarsi per il tè nel loro castello – ora distrutto - sull'Eufrate. Contemporaneamente Dikran Ekmekjian, che fu insignito di un MBE per il suo servizio all’impero britannico contribuì a formare ed ebbe vari incarichi nella prima amministrazione irachena dopo l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1932.
La televisione satellitare irachena ha anche trasmesso una serie sulla storia di Sara al-Zangina [2] (La ricca Sarah), un’ereditiera armena benefattrice dei superstiti al massacro le cui ricchezze furono bruciate da un esecutore testamentario senza scrupoli. Tante sono le storie che narrano la sua bellezza giovanile, di come fu fatta fuggire dalle attenzioni di un anziano pascià nascosta in un tappeto persiano, delle favolose feste che diede in Oriente dopo che lui fu richiamato ad Istanbul.
Oggi la principale chiesa di Baghdad fa parte di un complesso che comprende una scuola elementare, l'arcivescovado e cimitero. Il cimitero da solo occupa un’aerea di 5.000 metri quadrati di terreno di altissimo valore.
Il preside Karnik Avakian ha raccontato come la scuola abbia riaperto nel 2004 dopo essere rimasta chiusa per la maggior parte del periodo di governo del partito Baath di Saddam durante il quale tutti gli iracheni dovevano frequentare le scuole statali. Ma anche nell’Iraq di Saddam erano permesse lezioni di lingua armena e studi religiosi, ha detto Avakian, la cui la scuola elementare ha 150 studenti appartenenti a 70 famiglie.
La vetrate colorate della chiesa sono state distrutte su un lato a causa delle molte esplosioni nella vicina Piazza Teheran. Ma i suoi lampadari in cristallo ancora testimoniano la vecchia ricchezza della comunità armena. In una dimostrazione di fede nel nuovo Iraq la chiesa è stata appena ridipinta. Alla fine di un altro giorno di piccole ristrutturazioni Ishkhanian ha riflettuto sulla storia della comunità mentre le tende sull'altare venivano chiuse per il periodo di digiuno quaresimale che precede la Pasqua. "I ricchi sono andati via tutti. Ora siamo noi i ricchi perché serviamo la chiesa e la comunità", ha detto.
L’invasione a guida americana del marzo 2003 ha portato migliaia di armeni a fuggire in Armenia, Siria e Libano. Altri si sono risistemati negli Stati Uniti, in Svezia ed in Olanda. "Molti di loro stanno tornando grazie al miglioramento della sicurezza nel paese", spiega Ishkhanian, mentre Avakian aggiunge che alcune famiglie stanno pensando di tornare dai loro rifugi nella sicura zone curda nel nord dell'Iraq.

[1] Tayeran Sq. Note by Baghdadhope
[2](La Ricca Sara) o Sarah Khatoun era conosciuta come una delle donne più riche e generose di Baghdad. Tuttora Camp Sarah Khatoun nel sobborgo di Riyadh porta il suo nome. Note da Azad Hye web site. Middle East Armenian Portal