Fonte: SIR
“Fino a questo momento non ci sono notizie. Aspettiamo di sapere qualcosa di nuovo nella giornata di oggi”. A confermare al Sir un certo clima di attesa intorno al rapimento dell’arcivescovo di Mosul, mons. Rahho dal 29 febbraio nelle mani dei suoi rapitori, è il vescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman. “Il rapimento – dichiara il presule – non è stato rivendicato, ma si suppone che in quella zona abbiano operato dei fondamentalisti, forse sunniti. Nella visione delle cose irachene i cristiani sono identificati con gli occupanti. Se coloro che fanno certi atti sapessero quanto rifiuto la politica americana susciti nei ceti cristiani, forse non avrebbero compiuto un tale gesto. Purtroppo la mentalità tribale irachena confonde tutto e tutti”. “Si è parlato di riduzione della violenza – conclude - ma questa si è solo spostata altrove. Fatti del genere fanno tornare alla memoria dei cristiani sentimenti di abbandono e di solitudine. Basti pensare che non ci sono state condanne del rapimento da parte dei governi europei”.
“Fino a questo momento non ci sono notizie. Aspettiamo di sapere qualcosa di nuovo nella giornata di oggi”. A confermare al Sir un certo clima di attesa intorno al rapimento dell’arcivescovo di Mosul, mons. Rahho dal 29 febbraio nelle mani dei suoi rapitori, è il vescovo latino di Baghdad, mons. Jean Benjamin Sleiman. “Il rapimento – dichiara il presule – non è stato rivendicato, ma si suppone che in quella zona abbiano operato dei fondamentalisti, forse sunniti. Nella visione delle cose irachene i cristiani sono identificati con gli occupanti. Se coloro che fanno certi atti sapessero quanto rifiuto la politica americana susciti nei ceti cristiani, forse non avrebbero compiuto un tale gesto. Purtroppo la mentalità tribale irachena confonde tutto e tutti”. “Si è parlato di riduzione della violenza – conclude - ma questa si è solo spostata altrove. Fatti del genere fanno tornare alla memoria dei cristiani sentimenti di abbandono e di solitudine. Basti pensare che non ci sono state condanne del rapimento da parte dei governi europei”.