"Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: 20 non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell'uomo. Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!" (Mt 10, 16:25)
Queste le parole di Matteo lette ieri nella chiesa di Mar Qardagh ad Erbil dove Padre Rayan P. Atto ha guidato le preghiere e la Via Crucis interamente dedicate al ricordo di Monsignor Faraj Paulus Rahho.
A Baghdadhope la testimonianza delle parole che questo giovane parroco ha dedicato a Mons. Rahho, ma soprattutto a tutti gli iracheni cristiani.
"Stiamo vivendo momenti difficili che fanno maturare la nostra fede, tanto forte da farci dare la vita per Cristo. Siamo martiri e testimoni, e se ci chiediamo perchè dobbiamo vivere momenti così tragici la risposta è perché Dio ci ama, perchè attraverso di noi sparge nel mondo il messaggio della fede e della missione. Un messaggio che vogliamo dare a tutti, e specialmente ai giovani, gli stessi giovani con i quali avremmo voluto unirci spiritualmente ieri in occasione dell'incontro a Roma con il Santo Padre che speriamo, noi giovani iracheni cristiani, di incontrare per portargli la nostra testimonianza di fede."