"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

25 febbraio 2008

Esilio su "Via dell'Amore"

Fonte: Time

By Andrew Lee Butters

Tradotto ed adattato da Baghdadhope

Negli annali del folle amore giovanile Atheer Lokus potrebbe avere aperto un nuovo, sconsiderato capitolo. Il ventenne direttore di ristorante viveva al sicuro ad Ankawa, città cristiana nel nord dell'Iraq controllato dai curdi, fino al mese di aprile 2006, quando iniziò a chattare su Internet con Miriam Eliasan, una diciottenne cristiana di Dora, uno dei quartieri più pericolosi di Baghdad. Dopo sei mesi di scambi di fotografie e di tenerezze egli decise di non poter più vivere senza di lei. Così guidò fino a Baghdad, dove, dopo essere rimasto coinvolto in uno scontro a fuoco tra miliziani e soldati americani, incontrò per la prima volta Miriam nel retro di una chiesa. Non molto tempo dopo scortò la ragazza, la madre, il padre e ciò che essi poterono ammassare in un piccolo camion fino al nord dell'Iraq. Affittò una casa per loro ad Ankawa e si sposò la scorsa primavera. "A Baghdad è stato come vivere in una gabbia" ha detto Miriam. "Ora ho un marito, una casa, e la sicurezza."

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Una città piena di rifugiati cristiani è la capitale del romanticismo in Iraq. Sebben Atheer e Miriam possano sembrare impulsivi ci sono molte storie di amore e pericolo ad Ankawa, che è un faro di rifugio per i cristiani in pericolo e forse la capitale irachena del romanticismo. La strada principale che conduce in città è fiancheggiata da negozi da sposa e durante l'alta stagione estiva ci sono matrimoni quasi ogni sera. Ogni giovedì e domenica sera, gli adolescenti ed i giovani adulti passeggiano lungo una strada soprannominata "Via dell’Amore” a causa dei flirts che nascono nella salette delle gelaterie. Oggi l'azione si è spostata in un vicino parco di divertimenti dove i ragazzi e le ragazze camminano in cerchi concentrici in direzioni opposte intorno a un ruota panoramica, lanciando con gli occhi messaggi più veloci di un SMS.
Una delle ragioni che rendono Ankawa un ambiente adatto alle frecce di Cupido è l'essere una cittadina aperta e relativamente sofisticata rispetto alla conservatrice Erbil, la capitale della vicina regione curda. Alcool, comitive miste e matrimoni d’amore sono socialmente più accettabili tra i cristiani che tra i loro vicini curdi, la maggior parte dei quali sono musulmani. Gli abitanti di Ankawa hanno inoltre forti legami con il Libano, che ha una grande popolazione cristiana e la reputazione di capitale della moda in Medio Oriente, e per questa ragione pensano di saper organizzare un matrimonio con stile. ("I nostri abiti fanno vedere un pò di pelle", ha detto il proprietario del negozio da sposa chiamato "Libano.") Anche i curdi cominciano ad essere d'accordo: molti si sposano nelle sale da matrimonio ad Ankawa dove, a differenza di Erbil, uomini e donne possono ballare assieme.
Un'altra ragione per il boom dei matrimoni in città è che combinare matrimoni è un affare serio per un gruppo minoritario che cerca di preservare la propria identità in una regione a stragrande maggioranza musulmana. I cristiani hanno vissuto in Iraq quasi dall'inizio del cristianesimo stesso, e anche se presumibilmente per secoli si sono innamorati e sposati come tutti gli altri, l’amore, dopo la prima guerra del Golfo, è diventato una sorta di lavoro a domicilio ad Ankawa. Quando il Kurdistan si staccò dall’Iraq di Saddam Hussein la città divenne un punto di riferimento per gli scapoli cristiani che vivevano all'estero e vi tornavano in cerca di una moglie che fosse uguale alla mamma.
Dopo l'invasione degli Stati Uniti tuttavia la posta in gioco si è fatta più alta. In quanto gruppo minoritario prospero ed in vista i suoi membri sono diventanti facili bersagli di tutte le componenti della guerra civile settaria in Iraq. Ankawa, una città di circa 20000 abitanti che si trova nel relativamente sicuro Kurdistan, ha visto la sua popolazione aumentare del 50% in pochi anni man mano che i profughi vi si riversavano fuggendo dalle violenza del sud. Osama Thomas, il proprietario di “Love Vision” un negozio e Ankawa che si occupa dei filmati di nozze, ha detto che circa l'80 per cento dei suoi clienti vengono da Baghdad (che lui ha lasciato nel 1995), e tutti sono stati vittime di una qualche tragedia. La metà stessa dei componenti della sua famiglia è stata rapita o uccisa dal 2003. "E’ normale in Iraq", il suo commento.
Oltre a distribuire aiuti e costruire case, i sacerdoti ed leader locali hanno cercato di aiutare i giovani nuovi arrivati a trovare mariti e mogli trasformando anche la home page cittadina in un forum di appuntamenti. Molti sono preoccupati per la stessa esistenza dei cristiani: "Non c'è luce alla fine del tunnel", ha detto un portavoce per il Partito Democratico Assiro, un gruppo cristiano. Ma non tutti i giovani single esuli apprezzano gli sforzi di ospitalità locale. "Ankawa è un piccolo paese", ha detto una giovane donna arrivata qui da Baghdad e seduta nel parco di divertimenti con gli amici, "Appena inizia una storia iniziano i pettegolezzi.”