Fonte: SIR
La delegazione di Pax Christi, costituita da 10 francesi e 2 italiani guidati dal vescovo francese Marc Stenger, in visita nel nord dell’Iraq, Erbil, Kirkuk, Dook e Zakho, dall’11 al 19 febbraio, ha incontrato, stamattina, il capo del Kurdistan Massoud Barazani. Erano accompagnati dall’arcivescovo di Kirkuk, vescovo di Amadiya e vescovo di Alkosh. L'incontro ha avuto luogo nella sua residenza a Salahdin, nella periferia di Erbil. Mons. Stenger ha spiegato il motivo della visita: “Siamo venuti qui per dire a tutti gli iracheni la nostra solidarietà e preoccupazione. Senza riconciliazione, dialogo la pace non si realizza. Gli uomini devono vivere come fratelli. Le differenze non devono creare barriere fra loro. Siamo qui per visitare le chiese cristiane e dire loro tutto il nostro appoggio”. I cristiani, ha aggiunto, “sono un strumento di dialogo, d'apertura. Pensiamo a coloro che hanno lasciato le loro case e adesso abitano nei nuovi villaggi costruiti per loro, ma pensiamo anche a coloro che hanno lasciato il paese per ragioni di sicurezza. Le autorità irachene hanno l'obbligo d'aiutarli”. Massould Al Barzani ha risposto che “il kurdistan è aperto ai cristiani. In kurdistan non facciamo differenza di religione. La sicurezza in grande parte dipende della riconciliazione fra i politici iracheni. Questo cammino è difficile ma bisogna essere ottimisti”.
La delegazione di Pax Christi, costituita da 10 francesi e 2 italiani guidati dal vescovo francese Marc Stenger, in visita nel nord dell’Iraq, Erbil, Kirkuk, Dook e Zakho, dall’11 al 19 febbraio, ha incontrato, stamattina, il capo del Kurdistan Massoud Barazani. Erano accompagnati dall’arcivescovo di Kirkuk, vescovo di Amadiya e vescovo di Alkosh. L'incontro ha avuto luogo nella sua residenza a Salahdin, nella periferia di Erbil. Mons. Stenger ha spiegato il motivo della visita: “Siamo venuti qui per dire a tutti gli iracheni la nostra solidarietà e preoccupazione. Senza riconciliazione, dialogo la pace non si realizza. Gli uomini devono vivere come fratelli. Le differenze non devono creare barriere fra loro. Siamo qui per visitare le chiese cristiane e dire loro tutto il nostro appoggio”. I cristiani, ha aggiunto, “sono un strumento di dialogo, d'apertura. Pensiamo a coloro che hanno lasciato le loro case e adesso abitano nei nuovi villaggi costruiti per loro, ma pensiamo anche a coloro che hanno lasciato il paese per ragioni di sicurezza. Le autorità irachene hanno l'obbligo d'aiutarli”. Massould Al Barzani ha risposto che “il kurdistan è aperto ai cristiani. In kurdistan non facciamo differenza di religione. La sicurezza in grande parte dipende della riconciliazione fra i politici iracheni. Questo cammino è difficile ma bisogna essere ottimisti”.