"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

2 gennaio 2008

Messa per il Nuovo Anno a Kirkuk: costruire la speranza per l'Iraq

Fonte> Asia News

Presenti in cattedrale anche leader musulmani. Il vescovo caldeo ricorda che la pace è un “impegno collettivo e personale che non può escludere l’altro”. Per Natale il rappresentante di al Sistani regala a mons. Sako un Corano dorato.

Si apre all’insegna del “dialogo interreligioso” e di uno “sforzo comune per la pace” il nuovo anno nell’arcidiocesi di Kirkuk, la città irachena simbolo della convivenza tra diverse etnie e fedi. Ieri, per la prima volta durante la messa, nella cattedrale caldea è stato letto il Vangelo nelle 4 lingue della città: arabo, caldeo, curdo e turkmeno. L’iniziativa si offre come segno di una “concreta volontà di riconciliazione e armonia”. L’arcivescovo mons. Louis Sako racconta ad AsiaNews che alla funzione erano presenti anche alcuni rappresentanti politici musulmani, in segno di amicizia. Nella sua omelia, davanti a circa 1500 fedeli, il presule ha voluto ricordare che “la pace è un progetto collettivo, ma anche personale e per raggiungerla dobbiamo impegnarci ad accettare e rispettare gli altri. La speranza non esiste senza l’altro”. Tra le offerte portate all’altare vi erano fiori, candele e due colombe bianche, a testimoniare il “forte desiderio di pace e riconciliazione che regna tra gli iracheni”.

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Durante tutto il periodo natalizio mons. Sako, da sempre impegnato nel dialogo, ha ricevuto auguri e visite da parte di diversi esponenti sunniti e sciiti. Il 24 dicembre una delegazione guidata dal rappresentante dell’ayatollah sciita Ali al Sistani è stata ricevuta nell’episcopio. Nel gruppo anche il rappresentante della Lega degli imam sunniti, l’imam dell’Ufficio per il dialogo e una ventina di capi tribù.
Nel corso dell’incontro i delegati musulmani hanno apprezzato il ruolo della Chiesa nel cementare le relazioni tra le due comunità religiose e i vari gruppi etnici. Si sono inoltre detti soddisfatti per l’impegno del Papa a favore di un “dialogo sincero e coraggioso”. Dal canto suo mons. Sako ha espresso stima nei confronti degli imam che stanno svolgendo un “ruolo importante nel favorire l’unione tra i cittadini e nel respingere tutte le forme di violenza e negazione dell’altro”.
Al termine dell’incontro il rappresentante di al Sistani ha regalato all’arcivescovo una copia con calligrafie in oro del Corano ed è stato deciso di formare una Lega dei leader religiosi musulmani e cristiani per promuovere il dialogo e la convivenza.
La speranza che il 2008 veda un calo delle violenze in Iraq viene anche dalle cifre fornite dai ministeri di Difesa, Interni e Sanità, che parlano di una diminuzione delle morti tra gli iracheni. A dicembre il bilancio è stato di 568 vittime; a novembre il dato era 606; 887 ad ottobre e 840 a settembre.
Secondo l’esercito Usa, gli attacchi di tutti i generi sono scesi del 60 per cento rispetto al picco raggiunto a giugno scorso. “Anche a Kirkuk – confermano fonti di AsiaNews – si respira un’aria più distesa e ieri, come anche a Baghdad si è scesi in strada per festeggiare il Nuovo Anno”. Niente di nuovo a Mosul, invece, dove la situazione rimane critica. Tra le cause possibili di un calo delle violenze anche il rafforzarsi di una coscienza nazionale, che rigetta il terrorismo. Alle ultime intimidazioni video di Osama bin Laden, i leader sunniti impegnati contro al Qaeda in Iraq hanno risposto coraggiosi che continueranno la loro lotta.