Fonte: SIR
Dopo l’appello lanciato nello scorso novembre dai vescovi della Comece (Commissione degli episcopati della Comunità europea) a favore dei rifugiati iracheni, e a seguito degli attacchi degli ultimi giorni a Baghdad, Mosul e Kirkuk, il presidente Comece mons. Adrianus van Luyn ha scritto alla presidenza slovena dell’Ue per chiedere che la questione sia messa all’ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio Giustizia e affari interni. In una lettera resa nota ieri sera, mons. Van Luyn rammenta a Dragutin Mate, ministro sloveno degli Interni e presidente del Consiglio Giustizia e affari interni, “la sorte dei 4,4 milioni di iracheni fuggiti dal proprio Paese”, “la più grave catastrofe umanitaria del Medio Oriente dal 1948”, secondo l’Unhcr (Alto commissariato Onu per i rifugiati). Tra questi “i non musulmani (cristiani, mandei e yaziti) sono particolarmente vulnerabili” poiché “vengono considerati e trattati come miscredenti da alcune parti della popolazione musulmana dei Paesi in cui si sono rifugiati(Siria, Giordania, Libano e Turchia)”.
“Di fronte a questa situazione disumana, a Paesi d’accoglienza sopraffatti dagli arrivi e al rischio di proliferazione di filiere di immigrazione clandestina”, mons. Van Luyn chiede “all’Ue di agire”. “Sul modello della presa in carica dei boat people vietnamiti in Europa negli anni Settanta”, il presidente Comece propone che “i governi Ue si facciano carico delle minoranze dei rifugiati dell’Iraq non musulmani, un contingente di 60mila cristiani, mandei e yaziti”. Mons. Van Luyn chiede inoltre che “i governi degli Stati vicini all’Iraq siano sostenuti politicamente e materialmente nei loro sforzi di accoglienza dei flussi di rifugiati”. Copia del documento è stata inviata anche al vicepresidente della Commissione europea incaricato delle migrazioni Franco Frattini.