By Asia News
Liberando il quartiere al-Dawasa di Mosul, le forze irachene hanno
rinvenuto una chiesa cristiana che era stata utilizzata come base dai
miliziani dell’Isis. La chiesa di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso
(Um al-Mauna) non porta più alcun segno del suo passato cristiano: non
un solo crocifisso o statua sono sopravvissuti, sostituiti da manifesti e
simboli del passaggio di Daesh.
L’insegna sopra la porta, “Chiesa cattolica caldea”, insieme
all’altare di marmo grigio testimoniano la funzione originaria
dell’edificio. Sui muri esterni color ocra si legge un divieto
d’ingresso della polizia religiosa dello Stato islamico. I miliziani
hanno cercato di eliminare le croci, danneggiandone una in pietra e
cercando di staccarne un’altra da una porta di metallo scardinata.
All’interno ci sono nicchie vuote e la base di una statua, in origine
decorata con fiori gialli e rossi. Sui muri appaiono incisi i nomi di
guerra dei combattenti di Daesh.
Manifesti affissi sulle colonne di marmo fanno comprendere la vita
nello Stato islamico. Uno di essi riporta le 14 regole per vivere a
Mosul sotto il comando jihadista, fra cui l’obbligo alle donne a vestire
in maniera modesta e mostrarsi in pubblico solo “se necessario”. Sul
pavimento ricoperto da detriti, è stato trovato un volantino in cui si
elencano le punizioni corporali previste per i colpevoli di furto,
consumo di alcool, adulterio e omosessualità. Le spiegazioni sono
affiancate da violente immagini rappresentative.
Il recupero della chiesa è avvenuto questa settimana per mano
dell’esercito iracheno, durante l’offensiva per la riconquista completa
di Mosul. La città è stata un importante bastione per i militanti di
Daesh, ma oramai ne stanno perdendo il controllo. Già questo gennaio le
forze di Baghdad hanno recuperato l’area orientale della città. Fonti
affermano che cinque jihadisti sono stati trovati morti fuori dalla
chiesa.
Le forze dell’Isis avevano preso la città nel giugno del 2014, obbligando
i membri della comunità cristiana a scegliere fra convertirsi
all’Islam, pagare una tassa speciale, fuggire o venire uccisi. Poche settimane dopo, devastavano Qaraqosh nella piana di Ninive, dove si pensa vivessero 120mila cristiani, obbligandoli alla fuga.
I caldei rappresentano la maggioranza dei cristiani iracheni, ma il
loro numero è diminuito in maniera drastica: prima del 2003 superavano
il milione, oggi sono meno di 350mila.
Secondo il colonnello Abdulamir al-Mohammedawi, dalla chiesa lo Stato
islamico controllava che tutti i residenti di Mosul rispettassero le
regole e seguissero le loro ideologie estremiste.
La chiesa è in condizioni migliori rispetto al resto del quartiere.
In una strada commerciale, le appariscenti vetrine di negozio ora non
sono altro che ferro piegato su sé stesso e detriti.