"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

4 marzo 2017

Iraq: mons. Cavina a Qaraqosh, “questi cristiani sono persone di speranza che non si rassegnano”

By SIR
Daniele Rocchi



“Celebrare il sacrificio di Cristo in un luogo come questo ci dice che c’è un sacrificio fisico che si perpetua nei nostri fratelli cristiani iracheni”. Lo ha ricordato monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi, che questa mattina ha celebrato una messa nella chiesa siro-cattolica di Santa Maria Immacolata a Qaraqosh, villaggio cristiano nella Piana di Ninive, da qualche mese liberato dall’esercito iracheno dall’Isis che lo aveva occupato nel 2014. Oggi la chiesa appare completamente distrutta, incendiata al suo interno, mentre l’esterno si presenta come un poligono di tiro usato dai miliziani dell’Isis. Mons. Cavina è il primo vescovo italiano a celebrare una messa nella piana di Ninive liberata dall’Isis.
 “Tre i segni di speranza in questa desolazione – ha detto nell’omelia – il primo è che con questa celebrazione la chiesa viene recuperata nella sua sacralità. Il secondo segno è il ritorno dei fedeli che con cura hanno rimesso a posto i simboli sacri, in particolare i crocifissi. Il terzo segno di speranza è quello di avere visto dei fiori nascere in mezzo a tanta malvagità umana. Il fiore ricorda la bellezza in questi luoghi abbruttiti dalla violenza. I cristiani di qui – ha concluso mons. Cavina – sono persone di speranza che non si rassegnano. Preghiamo perché il Signore dia loro la volontà di amare, che significa continuare a vivere”. 
Mons. Cavina in questi giorni è in Iraq per fare visita ai cristiani locali e, con una delegazione di Acs, sta visitando i villaggi cristiani della Piana di Ninive. La messa è stata celebrata su un altare di fortuna con tavolinetto, suppellettili e tabernacolo bruciato. Presenti alla funzione tre celebranti e alcuni giornalisti.