By SIR
Daniele Rocchi
“L’emozione di celebrare in questo luogo è paragonabile a quella che si
prova quando si celebra nelle catacombe a Roma, luogo di sepoltura dei
martiri. Qui si può toccare con mano cosa hanno dovuto patire i
cristiani dell’Iraq per poter restare fedeli alla propria fede. È con
grande rispetto che mi avvicino a questi luoghi che grondano del sangue
dei martiri di oggi”. Lo ha detto al Sir il vescovo di Carpi, monsignor
Francesco Cavina che oggi celebrerà una messa nella cattedrale
siro-cattolica dell’Immacolata Concezione, nel centro di Qaraqosh
(Iraq), uno dei villaggi cristiani della Piana di Ninive liberati
dall’esercito iracheno dopo l’invasione, nel giugno-agosto del 2014, dei
miliziani dello Stato Islamico (Isis).
Si tratta della prima celebrazione di un vescovo italiano in questa zona dopo la liberazione. Mons. Cavina si trova in Iraq con una delegazione di Aiuto alla Chiesa che soffre, Acs Italia, guidata dal suo direttore, Alessandro Monteduro. Durante l’occupazione, la chiesa è stata usata dall’Isis come poligono di tiro, poi devastata e bruciata nei suoi arredi sacri. “Questa distruzione e questa rovina – secondo il vescovo di Carpi – mostrano tutta la volontà di profanazione di un luogo sacro e mi hanno fatto anche ricordare la necessità per noi cristiani del mondo occidentale di riprendere consapevolezza del dono immenso della fede che abbiamo ricevuto. Dobbiamo essere grati a questi cristiani iracheni che ci sono di esempio per la nostra vita di fede”.
Si tratta della prima celebrazione di un vescovo italiano in questa zona dopo la liberazione. Mons. Cavina si trova in Iraq con una delegazione di Aiuto alla Chiesa che soffre, Acs Italia, guidata dal suo direttore, Alessandro Monteduro. Durante l’occupazione, la chiesa è stata usata dall’Isis come poligono di tiro, poi devastata e bruciata nei suoi arredi sacri. “Questa distruzione e questa rovina – secondo il vescovo di Carpi – mostrano tutta la volontà di profanazione di un luogo sacro e mi hanno fatto anche ricordare la necessità per noi cristiani del mondo occidentale di riprendere consapevolezza del dono immenso della fede che abbiamo ricevuto. Dobbiamo essere grati a questi cristiani iracheni che ci sono di esempio per la nostra vita di fede”.
Quella in corso in
Iraq è la terza visita del presule, dopo quelle di aprile e settembre
dello scorso anno, che con la sua presenza vuole anche “riaffermare
tutta la vicinanza spirituale e materiale della Chiesa italiana ai
cristiani locali”. Stando ai numeri forniti dall’arcidiocesi caldea di
Erbil, la Cei è il terzo donatore della Chiesa irachena con oltre 5
milioni di euro devoluti dal 13 agosto del 2014 al 10 gennaio del 2017. A
questa cifra si deve aggiungere un altro milione e 305 mila euro donati
da Caritas Italiana, sempre nello stesso periodo. Il primo donatore è
Acs, con oltre 16 milioni di euro. Nella giornata di ieri la delegazione
ha fatto visita all’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Matti
Warda. Nel corso dell’incontro mons. Cavina ha portato all’arcivescovo
caldeo “la vicinanza e la benedizione di Papa Francesco”.