By Fides
Anche Mar Gewargis III, Patriarca della Chiesa assira d'Oriente, sostiene l'impulso promosso da sigle politiche e sociali irachene legate alle comuità cristiane verso un processo di aggregazione che le porti progressivamente a porsi come soggetto unitario sulla scena politico-sociale nazionale. Sabato 11 marzo, una delegazione dei dirigenti di organizzazioni e partiti animati da leader politici e militanti caldei, siri e assiri, ha incontrato il Primate della Chiesa assira nella sede patriarcale di Erbil, per esporgli le linee guida del processo di aggregazione ormai avviato, e anche le richieste che si intendono sottoporre sia al governo centrale di Baghdad che al governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, soprattutto in merito alla futura riorganizzazione politico-amministrativa della Provincia di Ninive. Mar Gewargis ha espresso il suo pieno sostegno al processo di aggregazione e alle richieste politiche sostenute dalla “componente cristiana” con l'intento esplicito di preservare la presenza delle comunità cristiane irachene nelle aree dei loro isediamenti storici, che a partire dalla primavera 2014 erano cadute sotto il controllo dei jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico (Daesh).
Il primo a rivolgere appelli ai cristiani iracheni affinchè non procedessero politicamente “in ordine sparso” era stato il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako. Il Primate della Chiesa caldea ha già da tempo suggerito di ricorrere all'espressione “componente cristiana” per esprimere la posizione unitaria dei cristiani iracheni in rapporto alle vicende politiche e sociali e alle istituzioni nazionali e locali. Secondo il Patriarca caldeo, tale opzione “non contrasta con la salvaguardia di identità millenarie”, e consente di “non perdere tempo a litigare” intorno a tale patrimonio identitario.
Recentemente, a Kirkuk (vedi Fides 7/3/2017), ha preso forma la costituzione di un “Consiglio” delle comunità cristiane che si propone come organo di collegamento tra le diverse organizzazioni politiche e sociali animate da militanti cristiani. L'iniziativa è stata sostenuta anche dai responsabili politici locali, a partire dal curdo Rebwar Talabani, attuale presidente del Consiglio provinciale di Kirkuk: il nuovo organismo – ha sottolineato Talabani – potrà dare un contributo positivo non solo per quel che riguarda la condizione delle comunità cristiane, ma anche per ricomporre e favorire la convivenza pacifica e collaborativa tra le diverse componenti etniche e religiose della società.
Anche Mar Gewargis III, Patriarca della Chiesa assira d'Oriente, sostiene l'impulso promosso da sigle politiche e sociali irachene legate alle comuità cristiane verso un processo di aggregazione che le porti progressivamente a porsi come soggetto unitario sulla scena politico-sociale nazionale. Sabato 11 marzo, una delegazione dei dirigenti di organizzazioni e partiti animati da leader politici e militanti caldei, siri e assiri, ha incontrato il Primate della Chiesa assira nella sede patriarcale di Erbil, per esporgli le linee guida del processo di aggregazione ormai avviato, e anche le richieste che si intendono sottoporre sia al governo centrale di Baghdad che al governo della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, soprattutto in merito alla futura riorganizzazione politico-amministrativa della Provincia di Ninive. Mar Gewargis ha espresso il suo pieno sostegno al processo di aggregazione e alle richieste politiche sostenute dalla “componente cristiana” con l'intento esplicito di preservare la presenza delle comunità cristiane irachene nelle aree dei loro isediamenti storici, che a partire dalla primavera 2014 erano cadute sotto il controllo dei jihadisti dell'autoproclamato Stato Islamico (Daesh).
Il primo a rivolgere appelli ai cristiani iracheni affinchè non procedessero politicamente “in ordine sparso” era stato il Patriarca caldeo Louis Raphael I Sako. Il Primate della Chiesa caldea ha già da tempo suggerito di ricorrere all'espressione “componente cristiana” per esprimere la posizione unitaria dei cristiani iracheni in rapporto alle vicende politiche e sociali e alle istituzioni nazionali e locali. Secondo il Patriarca caldeo, tale opzione “non contrasta con la salvaguardia di identità millenarie”, e consente di “non perdere tempo a litigare” intorno a tale patrimonio identitario.
Recentemente, a Kirkuk (vedi Fides 7/3/2017), ha preso forma la costituzione di un “Consiglio” delle comunità cristiane che si propone come organo di collegamento tra le diverse organizzazioni politiche e sociali animate da militanti cristiani. L'iniziativa è stata sostenuta anche dai responsabili politici locali, a partire dal curdo Rebwar Talabani, attuale presidente del Consiglio provinciale di Kirkuk: il nuovo organismo – ha sottolineato Talabani – potrà dare un contributo positivo non solo per quel che riguarda la condizione delle comunità cristiane, ma anche per ricomporre e favorire la convivenza pacifica e collaborativa tra le diverse componenti etniche e religiose della società.