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Dopo l’apertura, su decisione di Ankara, del corridoio in territorio turco che consentirà ai miliziani curdi iracheni di andare in aiuto di quelli siriani, impegnati nella difesa di Kobane, è atteso un voto del parlamento regionale curdo sull'invio di peshmerga e consiglieri militari nella città. Ed è proprio il nord della Siria dove gli scontri tra miliziani curdi e jihadisti del sedicente Stato islamico sono più cruenti. Su una possibile via d’uscita a questa situazione, Giancarlo La Vella ha intervistato mons. Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria:
Non c’è una soluzione militare in Siria! Si deve ricercare nuovamente una soluzione politica, si devono invitare tutti i gruppi in conflitto in Siria, insieme, ad aprire un dialogo politico. Speriamo si possa arrivare a qualcosa di nuovo che vada contro la soluzione delle armi.
Quello che spaventa, in questo momento, è anche l’atteggiamento dello Stato islamico. Un gruppo, un movimento con cui sembra non si possa dialogare…Penso che dietro a questi gruppi ci sia gente che dà i soldi, che dà armi e che hanno interessi in tutto questo. Ma quando verrà presa una decisione a livello internazionale di pace e di dialogo, questi gruppi armati non avranno più un influsso serio.
Noi monitoriamo sempre la situazione della popolazione civile, delle minoranze, quella cristiana in particolare. Qual è la situazione ora?
Forse, la situazione in Aleppo è quella più difficile di tutta la Siria, ci sono sempre bombe che cadono sulla città. C’è il problema del lavoro e la maggioranza della gente è senza soldi… Queste sono le ragioni per decidere di andare via. Per noi cristiani, questa è una grande perdita per la Chiesa, per la società, per il Paese. Questa è la domanda: facciamo tutto quello che possiamo per poter dare ragioni a questa gente per decidere di rimanere? Quando la maggioranza della popolazione diventa povera, questo è un vero problema non solo economico, umano ed anche di sicurezza. Questo problema dei cristiani di oggi ci dàuna grande tristezza: ogni giorno preghiamo, speriamo e attendiamo con pazienza una soluzione politica di pace e di riconciliazione per tutto il Paese e per tutta la regione.