By Fides
I cristiani iracheni devono resistere a tutto ciò che li spinge a lasciare la propria terra e ad emigrare all'estero, attendendo con pazienza la sconfitta dei jihadisti dello Stato Islamico (IS), che aprirà per loro le porte del ritorno alle proprie case. Così si è espresso sabato 11 ottobre il Premier Nechirvan Barzani, Primo ministro della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, incontrando a Erbil una delegazione di operatori cattolici statunitensi impegnati nel sostegno umanitario ai profughi ospitati nell'area dopo essere fuggiti da Mosul e dalle città della Piana di Ninive davanti all'avanzata dei miliziani dell'IS. Secondo quanto riportato da fonti irachene consultate dall'Agenzia Fides, nella conversazione con gli operatori umanitari il Premier – che è nipote di Masud Barzani, Presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno – ha sottolineato l'urgenza di “ricostruire la fiducia tra tutte le componenti sociali”, evitando che l'aggressione dei jihadisti comporti lo scatenamento delle pulsioni settarie e il naufragio di ogni possibilità di convivenza tra identità etniche e religiose diverse.
I cristiani iracheni devono resistere a tutto ciò che li spinge a lasciare la propria terra e ad emigrare all'estero, attendendo con pazienza la sconfitta dei jihadisti dello Stato Islamico (IS), che aprirà per loro le porte del ritorno alle proprie case. Così si è espresso sabato 11 ottobre il Premier Nechirvan Barzani, Primo ministro della Regione autonoma del Kurdistan iracheno, incontrando a Erbil una delegazione di operatori cattolici statunitensi impegnati nel sostegno umanitario ai profughi ospitati nell'area dopo essere fuggiti da Mosul e dalle città della Piana di Ninive davanti all'avanzata dei miliziani dell'IS. Secondo quanto riportato da fonti irachene consultate dall'Agenzia Fides, nella conversazione con gli operatori umanitari il Premier – che è nipote di Masud Barzani, Presidente della Regione autonoma del Kurdistan iracheno – ha sottolineato l'urgenza di “ricostruire la fiducia tra tutte le componenti sociali”, evitando che l'aggressione dei jihadisti comporti lo scatenamento delle pulsioni settarie e il naufragio di ogni possibilità di convivenza tra identità etniche e religiose diverse.