By Avvenire
«Arrivare in Iraq è stato un segno importante per dar continuità all'attenzione e all'impegno della Chiesa italiana nei confronti dei più poveri; ma, dopo quello che qui abbiamo visto, non possiamo che rispondere con tempestività e concretezza. E la via più diretta e significativa può essere quella dei gemellaggi»La giornata di mercoledì 15 ottobre per monsignor Nunzio Galantino e la piccola delegazione di Caritas italiana che lo accompagna nella missione è stata caratterizzata da incontri istituzionali, che hanno rafforzato la convinzione di dover intervenire con determinazione. Già martedì, del resto, la delegazione della Cei si era sentita fortemente interpellata dalla visita ai campi profughi, dove monsignor Galantino ha incontrato e ascoltato la triste vicenda dell'esilio dalla viva testimonianza delle vittime. Oggi il Ministro per le religioni, Kamal Muslim, ha speso parole di riconoscenza per la vicinanza del Santo Padre e di Caritas italiana, ricordando le necessità con cui il governo si sta misurando per offrire risposte alle necessità impellenti dei profughi.
Di segno analogo l'appello del sindaco di Erbil, Nausat Hady, che nel presentare il lavoro dell'amministrazione per favorire una convivenza pacifica, ha sottolineato come la regione del Kurdistan rappresenti "il cuore e la speranza dei cristiani". Di qui l'importanza attribuita alla visita di monsignor Galantino: "Per noi è di grande incoraggiamento - ha detto - perché sappiamo come lavora la Chiesa. La situazione attuale costituisce un peso enorme, con il carico di bisogni dei quali i profughi sono portatori: abbiamo bisogno che ci aiutiate a portarlo"Pronta la risposta del segretario generale della Conferenza episcopale italiana: "Lanciamo alle diocesi, alle parrocchie e alle famiglie italiane la proposta di un gemellaggio, che offra garanzia di impegno, da quello minimo del farsi carico del costo medio di una famiglia di profughi per una giornata, a quello mensile o addirittura annuale. Al rientro Caritas italiana diffonderà i parametri per dar concretezza a una disponibilità che non esitiamo a chiedere da subito".
«Arrivare in Iraq è stato un segno importante per dar continuità all'attenzione e all'impegno della Chiesa italiana nei confronti dei più poveri; ma, dopo quello che qui abbiamo visto, non possiamo che rispondere con tempestività e concretezza. E la via più diretta e significativa può essere quella dei gemellaggi»La giornata di mercoledì 15 ottobre per monsignor Nunzio Galantino e la piccola delegazione di Caritas italiana che lo accompagna nella missione è stata caratterizzata da incontri istituzionali, che hanno rafforzato la convinzione di dover intervenire con determinazione. Già martedì, del resto, la delegazione della Cei si era sentita fortemente interpellata dalla visita ai campi profughi, dove monsignor Galantino ha incontrato e ascoltato la triste vicenda dell'esilio dalla viva testimonianza delle vittime. Oggi il Ministro per le religioni, Kamal Muslim, ha speso parole di riconoscenza per la vicinanza del Santo Padre e di Caritas italiana, ricordando le necessità con cui il governo si sta misurando per offrire risposte alle necessità impellenti dei profughi.
Di segno analogo l'appello del sindaco di Erbil, Nausat Hady, che nel presentare il lavoro dell'amministrazione per favorire una convivenza pacifica, ha sottolineato come la regione del Kurdistan rappresenti "il cuore e la speranza dei cristiani". Di qui l'importanza attribuita alla visita di monsignor Galantino: "Per noi è di grande incoraggiamento - ha detto - perché sappiamo come lavora la Chiesa. La situazione attuale costituisce un peso enorme, con il carico di bisogni dei quali i profughi sono portatori: abbiamo bisogno che ci aiutiate a portarlo"Pronta la risposta del segretario generale della Conferenza episcopale italiana: "Lanciamo alle diocesi, alle parrocchie e alle famiglie italiane la proposta di un gemellaggio, che offra garanzia di impegno, da quello minimo del farsi carico del costo medio di una famiglia di profughi per una giornata, a quello mensile o addirittura annuale. Al rientro Caritas italiana diffonderà i parametri per dar concretezza a una disponibilità che non esitiamo a chiedere da subito".