By Baghdadhope*
Dopo aver lasciato l'Iraq per partecipare al Sinodo per la Famiglia tenutosi in Vaticano il patriarca del caldei, Mar Louis Raphael I Sako, è arrivato ad Amman dove ha celebrato una Messa per gli iracheni cristiani che in varie ondate hanno trovato rifugio nel regno hashemita.
Secondo quanto riporatato dal sito del Patriarcato caldeo, a concelebrare con il patriarca erano il Vescovo caldeo di Salmas ed Urmia, Mons. Thomas Meran, anche lui partecipante al Sindo, Padre Zaid Habbab, parroco dei caldei in Giordania e Mons. Roberto Cona, da fine agosto nuovo consigliere della Nunziatura Apostolica in Giordania ed altri sacerdoti caldei.
Durante il sermone il patriarca ha ringraziato i fedeli arrivati in Giordania a seguito degli ultimi avvenimenti in Iraq per la loro fede ed ha parlato sia di quanto sta accadendo sia delle misure prese dalla chiesa per dare alloggio, cibo, assistenza sanitaria e scolastica ai profughi.
Mar Sako ha anche ribadito la sua posizione nei confronti del fenomeno della emigrazione dall'Iraq che non è, secondo lui, la soluzione giusta, che deve invece essere una soluzione politica che permetta ai fedeli cristiani di rimanere in Iraq in condizioni di sicurezza e dignità anche se - ha aggiunto - la Chiesa rispetta la decisione di coloro che desiderano lasciare l'Iraq.
Secondo quanto riporatato dal sito del Patriarcato caldeo, a concelebrare con il patriarca erano il Vescovo caldeo di Salmas ed Urmia, Mons. Thomas Meran, anche lui partecipante al Sindo, Padre Zaid Habbab, parroco dei caldei in Giordania e Mons. Roberto Cona, da fine agosto nuovo consigliere della Nunziatura Apostolica in Giordania ed altri sacerdoti caldei.
Durante il sermone il patriarca ha ringraziato i fedeli arrivati in Giordania a seguito degli ultimi avvenimenti in Iraq per la loro fede ed ha parlato sia di quanto sta accadendo sia delle misure prese dalla chiesa per dare alloggio, cibo, assistenza sanitaria e scolastica ai profughi.
Mar Sako ha anche ribadito la sua posizione nei confronti del fenomeno della emigrazione dall'Iraq che non è, secondo lui, la soluzione giusta, che deve invece essere una soluzione politica che permetta ai fedeli cristiani di rimanere in Iraq in condizioni di sicurezza e dignità anche se - ha aggiunto - la Chiesa rispetta la decisione di coloro che desiderano lasciare l'Iraq.