Dal palco di piazza Santi Apostoli verrà lanciata la proposta di istituire un osservatorio sulla libertà religiosa nel mondo
Parleranno esponenti di diverse tradizioni religiose. Una gigantografia per la liberazione di padre Bossi
Tutti in piazza a Roma il 4 luglio per aiutare i cristiani perseguitati in Medio Oriente. Tutti: oltre gli steccati della politica, oltre le diversità religiose e culturali. L'iniziativa lanciata da Magdi Allam e fatta propria da molti esponenti della società civile, sta rompendo gli schemi e raccoglie consensi su vari fronti. Nel mondo cattolico, ma anche tra ebrei e musulmani, e in ambienti laici. Più di 200 le adesioni di parlamentari, in gran parte di centrodestra, ma aumentano quelli in quota al centrosinistra.
Allam, in un'Italia divisa è pensabile un'iniziativa bipartisan?
"La manifestazione del 4 luglio vuole affermare il diritto universale alla libertà religiosa, denunciando al tempo stesso che questo diritto viene violato principalmente nei confronti dei cristiani in Medio Oriente, perseguitati, discriminati, indotti a emigrare. È la prima volta che un fatto del genere accade in Italia. Abbiamo raccolto l'appello del Papa e dei vescovi iracheni, ci rivolgiamo a tutti gli uomini di buona volontà, non vogliamo essere incasellati in uno schema ideologico né buttarla in politica. La pluralità delle adesioni indica che questo obiettivo incontra una condivisione sempre più larga nel popolo italiano."
La sera del 4 luglio, in Piazza Santi Apostoli, chi ci sarà sul palco insieme a Magdi Allam?
"Parleranno persone che sono espressione di diversi mondi e di sensibilità differenti: Souad Sbai, presidente delle comunità marocchine, il portavode della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, Jesus Carrascosa di Comunione e liberazione, il direttore di Asianews, padre Bernardo Cervellera, Attilio Tamburrini (Aiuto alla Chiesa che soffre) e un esponente delle Chiese mediorientali."
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Nessun politico?
"Sono tutti benvenuti, e la loro presenza sottolinea la sensibilità per un tema finora piuttosto ignorato, ma si è convenuto che partecipino senza prendere la parola per evitare passerelle. Sarà un palco che vuole esaltare il cuore del messaggio che intendiamo lanciare: Ci sarà un grande striscione con la scritta "Salviamo i cristiani" e una gigantografia del missionario che da venti giorni è nelle mani dei rapitori nelle Filippine accompagnato dalla frase "Salviamo padre Bossi".Il grande dimenticato di questi giorni...Il silenzio che circonda la sua vicenda è scandoloso. Nonostante qualche resipiscenza di queste ore, il rapimento del missionario del Pime è considerato qualcosa di secondario, che riguarda il «figlio di un dio minore». Assistiamo a un silenzio scandaloso e assordante, specie se raffrontato alla mobilitazione pressoché quotidiana che si era registrata in occasione dei rapimenti di giornalisti e operatori umanitari. Padre Bossi è l'emblema di quanti vengono colpiti avendo come unica "colpa" quella di testimoniare il Vangelo. Ed è la tragica conferma che i cristiani sono coloro che maggiormente patiscono per la mancanza di libertà religiosa.C'è chi ha osservato che non sono soltanto i cristiani nel mirino, e chiede mobilitarsi anche per i fedeli di altre confessioni religiose.Siamo ben consapevoli che si potrebbe parlare anche dei sunniti perseguitati dagli sciiti, degli sciiti discriminati dai sunniti, delle difficoltà che vivono gli aleviti in Turchia, oppure i drusi, gli ebrei, e altri ancora. Ma spesso in quanti invitano ad "allargare lo sguardo" c'è la volontà di minimizzare un dato di fatto: in questo momento sono i cristiani quelli che hanno più da temere a varie latitudini. Lottare per loro non significa impegnarsi per gli interessi di un gruppo: significa lottare per tutti i perseguitati, significa ribadire che la libertà religiosa è un diritto umano fondamentale, che deve stare a cuore a tutti gli uomini di buona volontà.
Nel mirino della manifestazione sono soprattutto i regimi islamici. Ci saranno anche presenze significative della comunità musulmana in Italia?
"Ho già ricordato Souad Sbai, con lei ci saranno Dounia Ettaib e altre donne, l'appello è stato sottoscritto da Khaled Fouad Allam, altre persone di tradizione islamica si aggiungeranno. Inutile negare che siamo una minoranza, ma una minoranza che ha il coraggio di manifestare pubblicamente in difesa della vita e della libertà di tutti. Siamo fiduciosi che la via che stiamo aprendo sarà seguita da molti altri in futuro. Che fare perché dopo il 4 luglio la mobilitazione di questi giorni non cada nel dimenticatoio?I promotori dellla manifestazione proporranno l'istituzione di un osservatorio sulla libertà religiosa nel mondo. Vogliamo tenere desta l'attenzione, con una informazione puntuale su quello che accade nel mondo. L'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente sono la ferita più bruciante ma ribadisco: ci interessa che sia salvaguardata la libertà religiosa in tutto il mondo."