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Sono liberi e stanno bene i quattro cristiani caldei rapiti una settimana fa nel nord Iraq. Lo riferiscono fonti di AsiaNews sul luogo.
Georges Isaak, suo figlio Stuart, Shaqat Youssif e Martin Yacoub, erano stati sequestrati il 4 luglio scorso ad un centinaio di km a sud di Kirkuk. Il gruppo era fuggito da Baghdad per raggiungere il proprio villaggio natale di Daiabun, vicino Zakho, nel Kurdistan iracheno. A Dora, il quartiere della capitale dove vivevano, avevano ricevuto serie minacce di morte che li hanno costretti a lasciare la città. Mentre erano in viaggio, due macchine piene di terroristi li hanno fermati nei pressi di Emerli, la stessa città colpita il 7 luglio da un violento attentato che ha fatto 170 morti e 250 feriti.
I cristiani - tutti parenti tra loro - sono stati rilasciati oggi grazie alla mediazione della Chiesa caldea e degli sheik di Kirkuk. Prima di ripartire per il loro villaggio sono passati a visitare l’arcivescovo locale, mons. Louis Sako, il quale “con gioia” riferisce che tutti gli ex ostaggi “ringraziano Dio e chi ha pregato per la loro salvezza”.
Church and Sheiks secure release of four Chaldeans kidnapped in north
Four Chaldean Christians who were kidnapped a week ago in northern Iraq are free and well, according to AsiaNews sources on the spot.
Georges Isaak, his son Stuart, Shaqat Youssif and Martin Yacoub, were abducted on 4 July around 100km south of Kirkuk. The group had escaped from Baghdad to reach their village of origin in Daiabun, near Zakho in Iraqi Kurdistan. In Dora, the neighbourhood of the capital where they used to live, they had received death threats that forced them to quit the city. While they were on the road, two cars full of terrorists stopped them near Emerli, the same city struck on 7 July by a violent attack that left 170 dead and 250 wounded.
The Christians – all related to each other – were released today thanks to the mediation of the Chaldean Church and the Sheiks of Kirkuk. Before leaving their village, they went to visit the local archbishop, Mgr Louis Sako, who “joyfully” said that all the ex-hostages “thanked God and those who prayed for their deliverance”.