Fonte: SIR
“È auspicabile che dalla manifestazione sia bandita ogni protesta 'contro', proteste che potrebbero accendere pericolose reazioni, come abbiamo già visto nel passato recente”. Lo afferma al Sir Michele Zanzucchi, caporedattore di “Cittànuova” e conoscitore del mondo arabo riguardo alla manifestazione che si terrà questa sera a Roma a piazza Santi Apostoli perché cessino “l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente”. “I cristiani – spiega Zanzucchi autore del libro “Cristiani nelle terre del Corano” - si trovano a vivere in situazioni spesso difficili nei Paesi a maggioranza musulmana. Ma ogni situazione è diversa dalle altre, e non si può fare di tutte le erbe un fascio”. “Detto questo – aggiunge - è doveroso che i cristiani si sentano solidali con le comunità cristiane presenti nei Paesi più a rischio” ed è “doveroso altresì pronunciare parole di sostegno” “per una reale libertà religiosa, non solo nel mondo islamico”. “Mi sembra invece – aggiunge l'esperto - che non sia aderente allo “stile evangelico” lo schierarsi contro qualcuno, tanto meno contro una religione. L’identità del cristiano è fatta intimamente anche di dialogo, basato sulla consapevolezza dell’impronta di Dio in ogni uomo. Conseguenza ne è la ricerca con tutti, al di là del proprio credo religioso o filosofico, di un terreno comune per lavorare insieme”.
“È auspicabile che dalla manifestazione sia bandita ogni protesta 'contro', proteste che potrebbero accendere pericolose reazioni, come abbiamo già visto nel passato recente”. Lo afferma al Sir Michele Zanzucchi, caporedattore di “Cittànuova” e conoscitore del mondo arabo riguardo alla manifestazione che si terrà questa sera a Roma a piazza Santi Apostoli perché cessino “l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente”. “I cristiani – spiega Zanzucchi autore del libro “Cristiani nelle terre del Corano” - si trovano a vivere in situazioni spesso difficili nei Paesi a maggioranza musulmana. Ma ogni situazione è diversa dalle altre, e non si può fare di tutte le erbe un fascio”. “Detto questo – aggiunge - è doveroso che i cristiani si sentano solidali con le comunità cristiane presenti nei Paesi più a rischio” ed è “doveroso altresì pronunciare parole di sostegno” “per una reale libertà religiosa, non solo nel mondo islamico”. “Mi sembra invece – aggiunge l'esperto - che non sia aderente allo “stile evangelico” lo schierarsi contro qualcuno, tanto meno contro una religione. L’identità del cristiano è fatta intimamente anche di dialogo, basato sulla consapevolezza dell’impronta di Dio in ogni uomo. Conseguenza ne è la ricerca con tutti, al di là del proprio credo religioso o filosofico, di un terreno comune per lavorare insieme”.
