La Mezzaluna rossa irachena (Ircs) lancia l’allarme per l’aumento costante dei profughi interni iracheni, che “sta aggravando una situazione già fortemente instabile”. Secondo stime dell’agenzia umanitaria musulmana, da febbraio 2006 – primo attacco alla moschea sciita di Samarra - circa 1.037.615 individui hanno lasciato la loro casa.
La Mezzaluna rossa ritiene che le cosiddette internal displaced persons (Idp) siano aumentate del 67% dal gennaio scorso, più o meno si parla di 80mila-100mila persone al mese. Le zone con maggior numero di sfollati sono Baghdad (oltre 41mila famiglie), la provincia di Mosul (15mila famiglie) e quella di Salaheddin, a nord della capitale (12.781 famiglie).
Secondo ultimi dati dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), sono 1,9 milioni gli sfollati all’interno dello stesso Iraq. La situazione – conferma anche l’Ircs – è drammatica dal punto di vista lavorativo, con una disoccupazione crescente; da quello sanitario, difficile l’accesso anche ai trattamenti base, le donne incinta non possono usufruire della dovuta assistenza e l’aborto è diventato la norma; da quello scolastico, con la mancanza di strutture e materiale didattico nelle zone più affollate del Paese o l’impossibilità di frequentare le lezioni a causa dell’insicurezza.
I profughi interni sono costretti a vivere in tende, sui bordi della strada e ora con il caldo estivo la situazione è ancora più difficile, anche per la difficoltà di procurarsi acqua potabile.
Iraqi Red Crescent Society warns about 100,000 additional internally displaced people every month
Iraqi Red Crescent Society is warning that the growing number of internally displaced people (IDP) “is intensifying an already unstable situation.” In a recent report it said that 1,037,615 Iraqis have become IDPs since 22 February 2006, when a revered Shia shrine in Samarra was attacked. Since last January there has been an increase of nearly 67 per cent in IDPs at an average of 80,000-100,000 a month.
Topping the list of areas with most IDPs are the capital Baghdad with 41,969 families; Mosul Province with 15,063 families; and Salaheddin Province, north of Baghdad, with 12,781.
According to the United Nations High Commissioner for Refugees (UNCHR), about 1.9 million Iraqis are internally displaced.
The situation is tragic from an employment point of view as more and more people lose their jobs. Similarly health care is deteriorating with an increasing number of people lacking access to minimum treatment levels, with pregnant women left on their own or forced to have abortions. The education sector has not been spared with shortages in education material and increasing class size or inability to attend class because of insecurity.
The net result has been IDPs forced to live in tents, on roadsides, in searing summer heat with limited supplies of drinking water.