"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

31 luglio 2007

Vescovi USA avvertono il Segretario di Stato americano della terribile piaga dei rifugiati iracheni

Fonte: ZENIT

La piaga dei rifugiati iracheni è terribile, soprattutto per i bambini, e richiede una maggiore assistenza statunitense, hanno affermato il Cardinale Theodore McCarrick e il Vescovo Nicholas DiMarzio. In una lettera del 26 luglio inviata al Segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, il Cardinal McCarrick, Arcivescovo emerito di Washington, e il Vescovo DiMarzio di Brooklyn, New York, hanno espresso preoccupazione dopo una missione in Turchia, Libano, Giordania e Siria a nome della Conferenza Episcopale Statunitense.Dopo aver trascorso del tempo nei Paesi confinanti con l’Iraq, i presuli hanno detto: “Era chiaro che i Paesi che abbiamo visitato hanno un estremo bisogno di ulteriore sostegno da parte degli Stati Uniti e della comunità internazionale per fornire un porto sicuro ai quasi due milioni di rifugiati iracheni nella regione”.“Senza un maggiore impegno da parte della nostra Nazione e delle altre”, hanno aggiunto, “temiamo che questi Paesi non accoglieranno e proteggeranno più i rifugiati, soprattutto se la situazione della sicurezza in Iraq si deteriorerà e altri Iracheni abbandoneranno le proprie case”.I presuli hanno sottolineato la “mancanza di finanziamenti sufficienti ad assicurare i bisogni di base dei rifugiati e delle loro famiglie”, notando che soprattutto l’assistenza medica “non è facilmente disponibile”.“I bambini sono particolarmente vulnerabili”, hanno detto i Vescovi. “Molti di loro hanno problemi fisici e psicologici a causa del conflitto”, mentre “l’accesso all’istruzione rimane un problema fondamentale”.Il Cardinal McCarrick e il Vescovo DiMarzio hanno anche esortato gli Stati Uniti “a lavorare sempre più urgentemente per una transizione responsabile per porre fine alla guerra in Iraq”, sottolineando che “l’esistenza di grandi numeri di rifugiati vulnerabili è una tragica e sfortunata conseguenza della guerra”.