By Aiuto alla Chiesa che Soffre
«L’educazione dei bambini è tra le priorità della nostra fondazione. Non dobbiamo permettere che si ripeta in Iraq quanto già accaduto in Siria, dove a causa della guerra tanti bambini e ragazzi non frequentano la scuola da anni, con danni gravissimi alle generazioni future».
Con queste parole il presidente esecutivo internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Johannes Heereman, ha inaugurato lo scorso 11 dicembre la prima scuola prefabbricata donata da ACS ai piccoli rifugiati nel Kurdistan iracheno. La struttura - che si trova ad Ankawa, sobborgo a maggioranza cristiana di Erbil – è parte del piano di aiuti di quattro milioni di euro varato dalla fondazione pontificia in favore dei cristiani fuggiti dalla violenze dello Stato Islamico. Due dei quattro milioni di euro serviranno all’acquisto e all’istallazione di otto scuole prefabbricate - quattro ad Ankawa e quattro nella città di Duhok - che accoglieranno oltre 7mila e 200 piccoli rifugiati.
«Sono davvero felice – ha proseguito Heereman – perché inaugurando questa scuola diamo un piccolo ma essenziale contributo alla salvaguardia della presenza cristiana in Iraq».
La realizzazione del piano di aiuti è coordinata da padre Andrzej Halemba, responsabile ACS per il Medio Oriente. «Le otto scuole non riusciranno a soddisfare tutte le necessità dei rifugiati, ma è un buon inizio», ha affermato padre Halemba, sottolineando che le strutture accoglieranno anche i bambini appartenenti alla minoranza yazida.
Con il massiccio afflusso di rifugiati nella regione semi-autonoma, la maggior parte delle strutture scolastiche sono state adibite all’accoglienza dei profughi. «Un’ulteriore fonte di tensione per le tante famiglie sfollate, preoccupate che i propri figli non possano più tornare a scuola», spiega padre Halemba.
L’opera di ACS è molto apprezzata dalla Chiesa irachena. «Questi progetti sono per noi dei segni di speranza», ha commentato il patriarca caldeo, Louis Raphael I Sako, dopo aver visitato la struttura. Anche l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Matti Warda, presente all’inaugurazione della scuola, ha ringraziato la fondazione pontificia: «Queste scuole donano ai rifugiati una nuova prospettiva. E noi siamo davvero grati ai nostri benefattori».
Entro la fine di gennaio 2015 le otto scuole saranno operative. A causa dello spazio ridotto le lezioni saranno organizzate in due turni – mattina e pomeriggio - ciascuno dei quali sarà frequentato da circa 450 alunni. I corsi saranno tenuti da insegnanti cristiani che sono stati costretti a fuggire dalle proprie città e villaggi, ora occupati dallo Stato Islamico.
«L’educazione dei bambini è tra le priorità della nostra fondazione. Non dobbiamo permettere che si ripeta in Iraq quanto già accaduto in Siria, dove a causa della guerra tanti bambini e ragazzi non frequentano la scuola da anni, con danni gravissimi alle generazioni future».
Con queste parole il presidente esecutivo internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Johannes Heereman, ha inaugurato lo scorso 11 dicembre la prima scuola prefabbricata donata da ACS ai piccoli rifugiati nel Kurdistan iracheno. La struttura - che si trova ad Ankawa, sobborgo a maggioranza cristiana di Erbil – è parte del piano di aiuti di quattro milioni di euro varato dalla fondazione pontificia in favore dei cristiani fuggiti dalla violenze dello Stato Islamico. Due dei quattro milioni di euro serviranno all’acquisto e all’istallazione di otto scuole prefabbricate - quattro ad Ankawa e quattro nella città di Duhok - che accoglieranno oltre 7mila e 200 piccoli rifugiati.
«Sono davvero felice – ha proseguito Heereman – perché inaugurando questa scuola diamo un piccolo ma essenziale contributo alla salvaguardia della presenza cristiana in Iraq».
La realizzazione del piano di aiuti è coordinata da padre Andrzej Halemba, responsabile ACS per il Medio Oriente. «Le otto scuole non riusciranno a soddisfare tutte le necessità dei rifugiati, ma è un buon inizio», ha affermato padre Halemba, sottolineando che le strutture accoglieranno anche i bambini appartenenti alla minoranza yazida.
Con il massiccio afflusso di rifugiati nella regione semi-autonoma, la maggior parte delle strutture scolastiche sono state adibite all’accoglienza dei profughi. «Un’ulteriore fonte di tensione per le tante famiglie sfollate, preoccupate che i propri figli non possano più tornare a scuola», spiega padre Halemba.
L’opera di ACS è molto apprezzata dalla Chiesa irachena. «Questi progetti sono per noi dei segni di speranza», ha commentato il patriarca caldeo, Louis Raphael I Sako, dopo aver visitato la struttura. Anche l’arcivescovo caldeo di Erbil, monsignor Bashar Matti Warda, presente all’inaugurazione della scuola, ha ringraziato la fondazione pontificia: «Queste scuole donano ai rifugiati una nuova prospettiva. E noi siamo davvero grati ai nostri benefattori».
Entro la fine di gennaio 2015 le otto scuole saranno operative. A causa dello spazio ridotto le lezioni saranno organizzate in due turni – mattina e pomeriggio - ciascuno dei quali sarà frequentato da circa 450 alunni. I corsi saranno tenuti da insegnanti cristiani che sono stati costretti a fuggire dalle proprie città e villaggi, ora occupati dallo Stato Islamico.