By Fides
I cristiani siri hanno conosciuto esperienze di persecuzione e di martirio “fin dai tempi antichi”. E oggi, davanti alle convulsioni che sconvolgono il Medio Oriente e provocano sofferenze alle comunità cristiane locali, il primo compito dei pastori è quello di consolare il popolo e aiutare tutti a leggere i “segni dei tempi”, per non fermarsi al lamento e ai sentimenti di lutto, e riconoscere il disegno della provvidenza nei fatti che stanno accadendo. E' questo il discernimento spirituale del tempo presente che il Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III, ha voluto suggerire nell'intervento con cui ha aperto il Sinodo annuale della Chiesa siro-cattolica, convocato a Roma dall'8 al 10 dicembre.
I cristiani siri hanno conosciuto esperienze di persecuzione e di martirio “fin dai tempi antichi”. E oggi, davanti alle convulsioni che sconvolgono il Medio Oriente e provocano sofferenze alle comunità cristiane locali, il primo compito dei pastori è quello di consolare il popolo e aiutare tutti a leggere i “segni dei tempi”, per non fermarsi al lamento e ai sentimenti di lutto, e riconoscere il disegno della provvidenza nei fatti che stanno accadendo. E' questo il discernimento spirituale del tempo presente che il Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III, ha voluto suggerire nell'intervento con cui ha aperto il Sinodo annuale della Chiesa siro-cattolica, convocato a Roma dall'8 al 10 dicembre.
Nelle sessioni del Sinodo, presieduto dal Patriarca, 18 Vescovi
siro-cattolici, provenienti in gran parte dai Paesi del Medio Oriente,
sono chiamati a farsi carico dei problemi e delle urgenze vissute dai
fedeli, sia in Medio Oriente che nei Paesi dove sono presenti le
comunità della diaspora siro-cattolica. Nell'ordine del giorno del
Sinodo figurano anche la messa a punto delle iniziative previste per la
commemorazione del centesimo anniversario degli stermini contro i
cristiani armeni e siriaci, consumati in Anatolia nel 1915. Nel
dibattito sinodale verrà dedicata attenzione anche al rapporto tra i
sacerdoti e i Vescovi e al dialogo ecumenico con i fratelli della Chiesa
siro-ortodossa.
Nel suo intervento di apertura, il Patriarca Ignace Youssif III ha espresso preoccupazione per la situazione di stallo istituzionale vissuta dal Libano, richiamando la classe politica libanese a assumersi le proprie responsabilità “davanti a Dio, al popolo e alla storia” e rendendo omaggio all'esercito e alle forze dell'ordine che proteggono il Paese dei Cedri dal contagio jihadista.
Il Patriarca si è soffermato anche sulle sofferenze delle comunità cristiane che nell'Iraq settentrionale hanno dovuto abbandonare le proprie case davanti all'offensiva dei miliziani dello Stato Islamico (IS). Attualmente – ha detto tra l'altro S. B. Ignace Youssif III – più di un terzo dei siro-cattolici iracheni vivono la condizione di rifugiati senzatetto, sottoposti alla tentazione di fuggire all'estero e abbandonare per sempre le proprie terre d'origine.
Nel suo intervento di apertura, il Patriarca Ignace Youssif III ha espresso preoccupazione per la situazione di stallo istituzionale vissuta dal Libano, richiamando la classe politica libanese a assumersi le proprie responsabilità “davanti a Dio, al popolo e alla storia” e rendendo omaggio all'esercito e alle forze dell'ordine che proteggono il Paese dei Cedri dal contagio jihadista.
Il Patriarca si è soffermato anche sulle sofferenze delle comunità cristiane che nell'Iraq settentrionale hanno dovuto abbandonare le proprie case davanti all'offensiva dei miliziani dello Stato Islamico (IS). Attualmente – ha detto tra l'altro S. B. Ignace Youssif III – più di un terzo dei siro-cattolici iracheni vivono la condizione di rifugiati senzatetto, sottoposti alla tentazione di fuggire all'estero e abbandonare per sempre le proprie terre d'origine.