By Fides
Il governatore della provincia di Kirkuk, il curdo Necmettin Karim, ha dichiarato il prossimo 25 dicembre giorno festivo, per esprimere in maniera pubblica la solidarietà delle istituzioni e di tutta la società verso i cristiani, in occasione della festività del Natale del Signore.
Quel giorno tutte le istituzioni pubbliche della provincia, comprese le scuole – si legge nel comunicato diffuso dall'ufficio del governatore e pervenuto al'Agenzia Fides – osserveranno un giorno di riposo. La decisione è stata resa nota ieri, domenica 14 dicembre, in occasione della visita tributata al governatore Necmettin dal Patriarca caldeo Louis Raphael I, che era accompagnato da una delegazione che comprendeva anche Mons.Yousif Thoma Mirkis OP, Arcivescovo caldeo di Kirkuk.
Il governatore della provincia di Kirkuk, il curdo Necmettin Karim, ha dichiarato il prossimo 25 dicembre giorno festivo, per esprimere in maniera pubblica la solidarietà delle istituzioni e di tutta la società verso i cristiani, in occasione della festività del Natale del Signore.
Quel giorno tutte le istituzioni pubbliche della provincia, comprese le scuole – si legge nel comunicato diffuso dall'ufficio del governatore e pervenuto al'Agenzia Fides – osserveranno un giorno di riposo. La decisione è stata resa nota ieri, domenica 14 dicembre, in occasione della visita tributata al governatore Necmettin dal Patriarca caldeo Louis Raphael I, che era accompagnato da una delegazione che comprendeva anche Mons.Yousif Thoma Mirkis OP, Arcivescovo caldeo di Kirkuk.
Nel loro colloquio, il Patriarca e il governatore hanno avuto una
scambio di idee e di considerazioni sulla travagliata fase politica
vissuta dal Paese, soffermandosi sui problemi della sicurezza e
soprattutto sull'emergenza-profughi, provocata dalla conquista di Mosul e
della Piana di Ninive da parte dei jihadisti dello Stato Islamico (IS).
Nel corso dell'incontro, il governatore Necmettin ha elogiato l'impegno
profuso dal Patriarca Louis Raphael I e dalla Chiesa caldea nel
tentativo di custodire e rafforzare la convivenza tra le diverse
componenti etniche e religiose presenti nel Paese.