By Baghdadhope*
Secondo quanto riportato dal sito Ankawa.com la bandiera nera dell'ISIS sventola da oggi sul tetto della chiesa di Sant'Efrem, la sede arcivescovile siro ortodossa di Mosul sito nel "quartiere della Polizia" nella parte est della città. Gli edifici dell'arcidiocesi ortodossa sono stati presi d'assalto da uomini armati arrivati in zona su alcuni pick up.
Identica scena si era svolta qualche ora prima nella sede arcivescovile caldea che si trova davanti a quella della chiesa siro ortodossa.
Ad essere prese di mira però non sono stati solo gli edifici religiosi visto che anche la casa del consigliere per gli affari per le minoranze, Duraid Zuma, è stata saccheggiata ed occupata da elementi dell'Isis. Duraid Zuma è membro dell'Assyrian Democratic Movement ed anche la sua casa si trova nella parte orientale di Mosul.
Per quanto riguarda la sparizione di due suore caldee della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata di Mosul scomparse sabato insieme a due ragazze ed un bambino il sito Ankawa.com riferisce le parole di chi le ha incontrate subito prima della sparizione. Secondo il testimone con le suore viaggiavano due ragazzine di età stimata di 15 e 12 anni circa ed un bambino di circa 8/10 anni. Sempre il testimone riferisce che le suore, nonostante gli avvertimenti circa la pericolosità di un viaggio verso Mosul, hanno dichiarato che niente avrebbe potuto impedire loro di tornare al convento insieme ai tre orfani.
A proposito della sparizione il sito Ishtar.com ha pubblicato le foto degli scomparsi: Suor Atour, Suor Mishkinta, 'Ala Salim, Sara Koshaba, Aram Sabah che, secondo quanto riferito all'Agenzia Fides da fonti del Patriarcato caldeo, le due suore e i tre ragazzi sono stati fermati da miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL).
Intanto agli appelli alla pace lanciati dal Sinodo della chiesa caldea riunitosi ad Erbil nel Kurdistan iracheno (invece che a Baghdad per ragioni di sicurezza) si è aggiunto oggi quello del patriarca della chiesa siro cattolica, Yosef Younan III, giunto in Iraq dalla sede patriarcale in Libano per incoraggiare i cristiani, e tra loro specialmente quelli che hanno dovuto abbandonare le proprie case nelle ultime settimane per paura dell'avanzata dei combattenti dell'Isis ed a causa degli scontri tra questi e le truppe curde. Il patriarca ha ringraziato il governo curdo per la protezione assicurata ai villaggi cristiani ed ha invitato i fedeli che li hanno lasciati a farvi ritorno per "ricostruire lo spirito di amore, pace e fratellanza" appello rivolto in particolar modo gli abitanti dei villaggi di Qaraqosh, Karamles e Bartella, definite "aree sicure", assicurando che "la chiesa sta facendo il possibile per assicurare i servizi necessari ai cittadini perchè possano rimanere a vivere dignitosamente nel proprio paese".
Per quanto riguarda la sparizione di due suore caldee della Congregazione delle Figlie di Maria Immacolata di Mosul scomparse sabato insieme a due ragazze ed un bambino il sito Ankawa.com riferisce le parole di chi le ha incontrate subito prima della sparizione. Secondo il testimone con le suore viaggiavano due ragazzine di età stimata di 15 e 12 anni circa ed un bambino di circa 8/10 anni. Sempre il testimone riferisce che le suore, nonostante gli avvertimenti circa la pericolosità di un viaggio verso Mosul, hanno dichiarato che niente avrebbe potuto impedire loro di tornare al convento insieme ai tre orfani.
A proposito della sparizione il sito Ishtar.com ha pubblicato le foto degli scomparsi: Suor Atour, Suor Mishkinta, 'Ala Salim, Sara Koshaba, Aram Sabah che, secondo quanto riferito all'Agenzia Fides da fonti del Patriarcato caldeo, le due suore e i tre ragazzi sono stati fermati da miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL).
'Ala Salim |
Sara Koshaba |
Aram Sabah |
Suor Atour e Suor Mishkinta |
Intanto agli appelli alla pace lanciati dal Sinodo della chiesa caldea riunitosi ad Erbil nel Kurdistan iracheno (invece che a Baghdad per ragioni di sicurezza) si è aggiunto oggi quello del patriarca della chiesa siro cattolica, Yosef Younan III, giunto in Iraq dalla sede patriarcale in Libano per incoraggiare i cristiani, e tra loro specialmente quelli che hanno dovuto abbandonare le proprie case nelle ultime settimane per paura dell'avanzata dei combattenti dell'Isis ed a causa degli scontri tra questi e le truppe curde. Il patriarca ha ringraziato il governo curdo per la protezione assicurata ai villaggi cristiani ed ha invitato i fedeli che li hanno lasciati a farvi ritorno per "ricostruire lo spirito di amore, pace e fratellanza" appello rivolto in particolar modo gli abitanti dei villaggi di Qaraqosh, Karamles e Bartella, definite "aree sicure", assicurando che "la chiesa sta facendo il possibile per assicurare i servizi necessari ai cittadini perchè possano rimanere a vivere dignitosamente nel proprio paese".