"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

30 giugno 2014

Il Patriarca Louis Raphael I Sako: finora non ci sono violenze mirate contro i cristiani

By Fides

“Nelle convulsioni che stanno scuotendo la città di Mosul e il nord dell'Iraq, continuano a essere diffuse voci su violenze e soprusi perpetrati in maniera selettiva contro i cristiani. Ribadisco che finora non ci sono stati attacchi mirati contro chi porta il nome di Cristo. I cristiani condividono le angosce e le sofferenze con i loro fratelli musulmani. Nella fase che stiamo vivendo, ogni allarmismo manipolatorio risponde a motivi strumentali, e in un momento così finisce per aggravare i pericoli”.
Così il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphael I Sako, ribadisce all'Agenzia Fides le sue riserve su quanto viene rilanciato, soprattutto via internet, in merito alla situazione dei cristiani nelle aree del Paese finite sotto il controllo degli insorti sunniti guidati dai jihadisti dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL).
Riguardo al futuro del Paese, il Patriarca riconosce che i conflitti settari riesplosi in Iraq, insieme a altri fattori storici e geo-politici, fanno apparire quasi inevitabile la dissoluzione dell'unità nazionale: “Il nostro destino obbligato” riferisce a Fides il Capo della Chiesa caldea “sembra essere la divisione. Stanno preparando la guerra, così poi potranno dire che non c'è alternativa a separarsi. Dopo il colonialismo, i nostri Paesi sono stati disegnati senza alcun progetto decente di cittadinanza, e hanno sempre dovuto cercare metodi coercitivi per rispondere alle spinte settarie. Mentre le potenze occidentali hanno avuto sempre come unico criterio delle loro politiche mediorientali la difesa dei propri interessi economici e la salvaguardia della sicurezza dello Stato d'Israele”.