By Repubblica
Il primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato d'emergenza per fronteggiare l'offensiva dei miliziani jihadisti nel nord del Paese. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira.
A indurre il premier nella richiesta, la notizia che non solo il capoluogo Mosul, seconda città dell'Iraq, ma l'intera provincia irachena di Ninive, a nord di Baghdad, è caduta sotto il controllo delle milizie qaediste dello "Stato islamico dell'Iraq e del Levante" (Isis) dopo giorni e notti di scontri a fuoco e bombardamenti. Come ha dichiarato il presidente del parlamento iracheno Osama Nujayfi, fratello del governatore di Mosul, città a 400 chilometri a nord di Baghdad, con oltre un milione e mezzo di abitanti, in maggioranza arabi di confessione sunnita, ma in cui sono presenti numerose altre minoranze religiose ed etniche, tra cui turchi, turcommani e cristiani.
Da almeno quattro giorni Mosul era sotto attacco, teatro di quotidiani scontri a fuoco tra le forze di sicurezza e i guerriglieri dell'Isis impegnati in un'offensiva che coinvolge anche la capitale Baghdad e altre province irachene. Solo nel mese di maggio in Iraq sono state uccise in attacchi terroristici ottocento persone.
La spallata dei qaedisti a Mosul è arrivata nelle ultime 24 ore. Stando a quanto riferito da fonti della polizia citate dalla Cnn, gli uomini del gruppo estremista, attivo anche in Siria, si sono impadroniti della sede del consiglio provinciale e di vari quartieri dopo combattimenti che hanno provocato "decine di morti e feriti". I miliziani, hanno precisato le fonti, si sono impadroniti ieri sera dell'edificio governativo nel centro della città e successivamente "hanno preso posizione in aree a est e a ovest" ingaggiando scontri con le forze di sicurezza.
Molti residenti hanno lasciato le loro case per sfuggire alle violenze. Dopo essere stato costretto alla fuga, il governatore di Mosul, Athil al Nujaify, ha lanciato un appello ai cittadini per "formare comitati popolari" e combattere contro i jihadisti.
I miliziani dell'Isis hanno già nelle loro mani la città di Falluja e la settimana scorsa si sono impadroniti per diverse ore di alcuni quartieri di quella di Samarra, sacra agli sciiti. Uno degli obiettivi dell'Isis, infatti, è di assumere un ruolo di riferimento agli occhi dell'insoddisfatta minoranza sunnita.
Sia al-Arabiya che al-Jazeera riportano la notizia che i miliziani hanno assaltato la prigione di Badush, a ovest di Mosul, liberando almeno 2725 detenuti. In precedenza, un'altra fonte della sicurezza aveva confermato all'agenzia turca Anadolu che i miliziani hanno assunto il controllo dell'aeroporto di Mosul e della sede della direzione della polizia situata nel distretto di al-Dawasa.
Pesanti accuse al governo federale di Baghdad arrivano dal premier della regione autonoma del Kurdistan, Nechirvan Barzani, attraverso la tv panaraba al-Arabiya: il governo centrale "non ha protetto abbastanza Mosul" e addirittura ha "impedito alle forze di sicurezza curde di intervenire quando i miliziani qaedisti hanno assaltato" la città.
La Turchia sta verificando le notizie riguardanti il sequestro di 28 camionisti turchi ad opera dei jihadisti. I conducenti trasportavano diesel dal porto di Iskenderun, nel sud della Turchia, alla centrale elettrica di Mosul.
Hasip Kaplan, deputato del partito filo-curdo turco HDP, ha detto di essere stato chiamato al telefono da vari camionisti quando sono stati presi in ostaggio e che lui si è subito messo subito in contatto con il ministero degli Esteri. Secondo l'edizione online del quotidiano Hurriyet, i camion erano appena arrivati nella centrale elettrica, quando l'impianto è stato assalito ed è finito sotto il controllo degli islamisti.
Il primo ministro iracheno, Nuri al Maliki, ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato d'emergenza per fronteggiare l'offensiva dei miliziani jihadisti nel nord del Paese. Lo riferisce la televisione panaraba Al Jazira.
A indurre il premier nella richiesta, la notizia che non solo il capoluogo Mosul, seconda città dell'Iraq, ma l'intera provincia irachena di Ninive, a nord di Baghdad, è caduta sotto il controllo delle milizie qaediste dello "Stato islamico dell'Iraq e del Levante" (Isis) dopo giorni e notti di scontri a fuoco e bombardamenti. Come ha dichiarato il presidente del parlamento iracheno Osama Nujayfi, fratello del governatore di Mosul, città a 400 chilometri a nord di Baghdad, con oltre un milione e mezzo di abitanti, in maggioranza arabi di confessione sunnita, ma in cui sono presenti numerose altre minoranze religiose ed etniche, tra cui turchi, turcommani e cristiani.
Da almeno quattro giorni Mosul era sotto attacco, teatro di quotidiani scontri a fuoco tra le forze di sicurezza e i guerriglieri dell'Isis impegnati in un'offensiva che coinvolge anche la capitale Baghdad e altre province irachene. Solo nel mese di maggio in Iraq sono state uccise in attacchi terroristici ottocento persone.
La spallata dei qaedisti a Mosul è arrivata nelle ultime 24 ore. Stando a quanto riferito da fonti della polizia citate dalla Cnn, gli uomini del gruppo estremista, attivo anche in Siria, si sono impadroniti della sede del consiglio provinciale e di vari quartieri dopo combattimenti che hanno provocato "decine di morti e feriti". I miliziani, hanno precisato le fonti, si sono impadroniti ieri sera dell'edificio governativo nel centro della città e successivamente "hanno preso posizione in aree a est e a ovest" ingaggiando scontri con le forze di sicurezza.
Molti residenti hanno lasciato le loro case per sfuggire alle violenze. Dopo essere stato costretto alla fuga, il governatore di Mosul, Athil al Nujaify, ha lanciato un appello ai cittadini per "formare comitati popolari" e combattere contro i jihadisti.
I miliziani dell'Isis hanno già nelle loro mani la città di Falluja e la settimana scorsa si sono impadroniti per diverse ore di alcuni quartieri di quella di Samarra, sacra agli sciiti. Uno degli obiettivi dell'Isis, infatti, è di assumere un ruolo di riferimento agli occhi dell'insoddisfatta minoranza sunnita.
Sia al-Arabiya che al-Jazeera riportano la notizia che i miliziani hanno assaltato la prigione di Badush, a ovest di Mosul, liberando almeno 2725 detenuti. In precedenza, un'altra fonte della sicurezza aveva confermato all'agenzia turca Anadolu che i miliziani hanno assunto il controllo dell'aeroporto di Mosul e della sede della direzione della polizia situata nel distretto di al-Dawasa.
Pesanti accuse al governo federale di Baghdad arrivano dal premier della regione autonoma del Kurdistan, Nechirvan Barzani, attraverso la tv panaraba al-Arabiya: il governo centrale "non ha protetto abbastanza Mosul" e addirittura ha "impedito alle forze di sicurezza curde di intervenire quando i miliziani qaedisti hanno assaltato" la città.
La Turchia sta verificando le notizie riguardanti il sequestro di 28 camionisti turchi ad opera dei jihadisti. I conducenti trasportavano diesel dal porto di Iskenderun, nel sud della Turchia, alla centrale elettrica di Mosul.
Hasip Kaplan, deputato del partito filo-curdo turco HDP, ha detto di essere stato chiamato al telefono da vari camionisti quando sono stati presi in ostaggio e che lui si è subito messo subito in contatto con il ministero degli Esteri. Secondo l'edizione online del quotidiano Hurriyet, i camion erano appena arrivati nella centrale elettrica, quando l'impianto è stato assalito ed è finito sotto il controllo degli islamisti.