"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

5 marzo 2010

Libano, Beirut, giornata di solidarietà per i cristiani iracheni

Fonte: SIR

Il prossimo 13 marzo, a Beirut, si svolgerà una giornata di solidarietà per l’Iraq e la sua comunità cristiana. A dichiararlo al SIR è mons. Michel Kassarji, vescovo di Beirut dei Caldei, tra i promotori dell’iniziativa. “In Libano – spiega il vescovo – abbiamo circa 50 mila iracheni, di questi 8 mila sono cristiani, in larghissima maggioranza caldei. Molti di loro sono stati minacciati, scacciati di casa, hanno subito lutti. Nonostante tutte le sofferenze patite e che continuano a subire come rifugiati, vogliamo aiutarli a restare attaccati all’Iraq. Il desiderio di tutti, infatti, è quello, un giorno, di farvi ritorno. Il voto di domenica 7 potrebbe rappresentare una prima tappa di avvicinamento”.
“La giornata del 13 marzo – afferma mons. Kassarji – prevede una serie di dibattiti, la proiezione di un film sull’Iraq, ma soprattutto ascolteremo delle testimonianze di iracheni riparati in Libano per sfuggire alle violenze. A conclusione verrà celebrata una messa solenne, nella basilica di Nostra Signora del Libano ad Harissa, durante la quale lanceremo un appello alle Istituzioni libanesi affinché si adoperino per aiutare i rifugiati iracheni che in Libano non hanno nulla, non possono lavorare, andare a scuola, avere l’assistenza sanitaria. A questo riguardo, grazie anche all’aiuto della Congregazione per le Chiese orientali, fra due mesi apriremo un centro di assistenza sanitaria per i rifugiati, con 15 medici specialisti”.
Alla Giornata hanno aderito anche i vescovi maroniti i quali hanno, nel corso della loro riunione mensile a Bkerké, espresso solidarietà ai cristiani iracheni che, si legge nella nota finale dell’incontro, “costituiscono un elemento di cultura, di stabilità e di prosperità per l’Iraq”. Nel comunicato i presuli maroniti esprimono anche soddisfazione per la decisione del Governo di decretare il giorno dell’Annunciazione, 25 marzo, come festa nazionale, “sotto gli auspici di una festa comune tra cristiani e musulmani” e lanciano un appello al Governo perché superi l’impasse attuale e “risponda ai bisogni del popolo”.