"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

28 febbraio 2021

L'insolito silenzio del Papa sul viaggio in Iraq che preoccupa molti

Maria Antonietta Calabrò

Contrariamente a quanto avviene prima di un suo viaggio all’estero, oggi Papa Francesco non ha fatto alcuna menzione della sua imminente partenza per l’Iraq, prevista per il prossimo venerdì fino a lunedì 8 marzo. Né ha chiesto di pregare per il successo di una missione a lungo desiderata per visitare i cristiani del Paese, stringere più stretti legami con gli sciiti e visitare la patria di Abramo, il Padre delle tre religioni monoteiste. Crescono infatti le preoccupazioni - dal punto di vista sanitario - per la pandemia da Covid 19 nel paese che ha spinto (già due settimane fa, il 14 febbraio) il Ministero della Salute a imporre il lockdown nazionale in particolare nei weekend (dal venerdì a domenica, cioè giorni in cui avverrà la visita di Francesco nella terra di Abramo) fino all’8 marzo prossimo.
Un lockdown che finora le massime autorità del Paese hanno ufficialmente dichiarato che non coinvolgerà il viaggio papale. Del resto, il Vaticano ha sempre affermato, sin dall’inizio, che il viaggio avrebbe potuto essere sospeso in qualsiasi momento per causa di forza maggiore legata alla pandemia.
Le preoccupazioni sono cresciute dopo che è stata confermata ieri sera la notizia che il Nunzio Apostolico a Baghdad, Mitja Leskovar, principale artefice della visita con impegni e appuntamenti con le più alte autorità, con i leader sciiti (Al Sistani incontrerà il Papà), e in tutto il Paese (da Erbil a Ur), è risultato positivo al Covid.
È in quarantena, e quindi non accompagnerà il Papa, così come è in quarantena il personale della Nunziatura, cioè la sede dove dovrebbe alloggiare il Papa, i cui locali sono stati santificati. (sic!) Lo stesso Nunzio ieri in una dichiarazione ha però affermato che i preparativi del viaggio continuano e che il viaggio apostolico è confermato. Ma, come detto, Papa Francesco non ha fatto menzione all’Angelus del viaggio.
Francesco è stato immunizzato con la doppia dose di vaccino Pfizer-BioNTech , così come tutti i componenti della delegazione e i giornalisti che saliranno sul volo papale. Tuttavia il punto è il rischio sanitario per i partecipanti e per il popolo iracheno, nonostante i protocolli seguiti per gli avvenimenti, tra cui una Messa che il Papa celebrerà allo stadio di Erbil davanti a diecimila persone prenotate, con 120 orchestrali.
Il viaggio “non è una buona idea“, hanno commentato tre virologi americani e inglesi intervistati da Associated press. “Siamo nel mezzo di una pandemia - ha dichiarato uno di loro - ed è importante dare il giusto messaggio. Il messaggio corretto è che meno interazioni si hanno tra gli esseri umani e meglio è”.
E ha aggiunto: “Il seguito papale è protetto da forme gravi di malattia, se si infetta non rischia di morire. Ma la gente che accorre, non è vaccinata, si può infettare e morire”.