By Fides
Sono già 38 i beni immobiliari – terreni e case – restituiti ai legittimi proprietari, nell’ambito della campagna promossa dal leader sciita Muqtada al Sadr a difesa di cittadini cristiani e mandei che negli ultimi anni avevano subito usurpazioni arbitrarie delle loro proprietà da parte di soggetti singoli o gruppi organizzati.
A annunciare l’avvio della fase di restituzione dei beni illegalmente sottratti a proprietari cristiani e mandei è stato, mercoledì 3 fabbraio, Hakim al Zamili, esponente di spicco del Movimento sadrista (la formazione politica che fa capo a Muqtada al Sadr), già alla guida della Commissione per la sicurezza e la difesa del precedente parlamento iracheno.
Nella sua dichiarazione, rilanciata da media iracheni, al Zamili ha riferito che buona parte delle proprietà sottratte illegalmente a cittadini cristiani e mandei sono state per anni in mano a milizie locali, bande locali o clan familiari influenti, confermando che il fenomeno degli espropri illegali ai danni di cittadini cristiani ha avuto un’impennata a partire dal 2003, dopo gli interventi militari a guida USA che hanno portato all’abbattimento del regime di Saddam Hussein.
All’inizio del 2021, come riferito dall’Agenzia Fides, il leader sciita iracheno Muqtada al Sadr (a capo della formazione politica sadrista che gode di una forte rappresentanza nel Parlamento di Baghdad) aveva disposto la creazione di un Comitato ad hoc, incaricato di raccogliere e verificare notizie e reclami riguardanti i casi di esproprio abusivo di beni immobiliari subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani in diverse regioni del Paese.
La decisione era stata resa nota con un comunicato in cui si indicavano i nomi dei collaboratori di Muqtada al Sadr scelti come membri del Comitato, ed erano riportati anche gli indirizzi di posta elettronica e gli account whatsapp a cui i cristiani potevano inviare i documenti di proprietà riguardanti beni immobiliari – case e terreni – abusivamente accaparrati negli ultimi anni da altre persone o gruppi di persone.
L’intento dell’operazione sponsorizzata dal leader sciita – si leggeva nel comunicato - è quello di ristabilire la giustizia, ponendo fine alle violazioni lesive dei diritti di proprietà dei “fratelli cristiani”, anche quando a commetterle siano stati membri dello stesso movimento sadrista.
La richiesta di segnalare casi di espropriazioni illegali subite era estesa anche alle famiglie di cristiani che hanno lasciato il Paese negli ultimi anni, con la richiesta di far pervenire al comitato entro la fine del prossimo Ramadan le segnalazioni di usurpazioni fraudolente subite. Il fenomeno della sottrazione illegale delle case dei cristiani ha potuto prendere piede anche grazie a connivenze e coperture di funzionari corrotti e disonesti, che si mettono a servizio di singoli impostori e gruppi organizzati di truffatori. Il furto “legalizzato” delle proprietà delle famiglie cristiane è strettamente collegato all'esodo di massa dei cristiani iracheni, seguito degli interventi militari a guida Usa per abbattere il regime di Saddam Hussein. Tanti truffatori si sono appropriati di case e terreni rimasti incustoditi, contando sulla facile previsione che nessuno dei proprietari sarebbe tornato a reclamarne la proprietà.
Il controverso leader sciita Muqtada al Sadr è noto per essere stato anche il fondatore dell'esercito del Mahdi, la milizia – ufficialmente sciolta nel 2008 - creata nel 2003 per combattere le forze armate straniere presenti in Iraq dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
Gli analisti hanno registrato negli ultimi dieci anni diversi cambi di passo del leader, che nel 2008 ha sciolto la sua milizia e non appare allineato con l'Iran.
In passato, Muqtada al Sadr è arrivato ad auspicare il superamento del “sistema delle quote” che dalla morte di Saddam fonda su basi settarie la gestione del potere in Iraq. Nel Paese stravolto negli ultimi anni dall'offensiva jihadista, dalla proclamazione del Califfato Islamico con base strategica a Mosul e dalla compresenza di forze diverse e potenzialmente rivali nel fronte eterogeneo che ha portato alla riconquista di quasi tutte le aree che erano cadute in mano alle milizie jihadiste, Muqtada al Sadr ha provato a profilarsi come un potenziale mediatore. In questa prospettiva venne interpretata anche la visita da lui compiuta nel luglio 2017 in Arabia Saudita per incontrare il Principe Mohammed Bin Salman.
A annunciare l’avvio della fase di restituzione dei beni illegalmente sottratti a proprietari cristiani e mandei è stato, mercoledì 3 fabbraio, Hakim al Zamili, esponente di spicco del Movimento sadrista (la formazione politica che fa capo a Muqtada al Sadr), già alla guida della Commissione per la sicurezza e la difesa del precedente parlamento iracheno.
Nella sua dichiarazione, rilanciata da media iracheni, al Zamili ha riferito che buona parte delle proprietà sottratte illegalmente a cittadini cristiani e mandei sono state per anni in mano a milizie locali, bande locali o clan familiari influenti, confermando che il fenomeno degli espropri illegali ai danni di cittadini cristiani ha avuto un’impennata a partire dal 2003, dopo gli interventi militari a guida USA che hanno portato all’abbattimento del regime di Saddam Hussein.
All’inizio del 2021, come riferito dall’Agenzia Fides, il leader sciita iracheno Muqtada al Sadr (a capo della formazione politica sadrista che gode di una forte rappresentanza nel Parlamento di Baghdad) aveva disposto la creazione di un Comitato ad hoc, incaricato di raccogliere e verificare notizie e reclami riguardanti i casi di esproprio abusivo di beni immobiliari subiti negli ultimi anni da proprietari cristiani in diverse regioni del Paese.
La decisione era stata resa nota con un comunicato in cui si indicavano i nomi dei collaboratori di Muqtada al Sadr scelti come membri del Comitato, ed erano riportati anche gli indirizzi di posta elettronica e gli account whatsapp a cui i cristiani potevano inviare i documenti di proprietà riguardanti beni immobiliari – case e terreni – abusivamente accaparrati negli ultimi anni da altre persone o gruppi di persone.
L’intento dell’operazione sponsorizzata dal leader sciita – si leggeva nel comunicato - è quello di ristabilire la giustizia, ponendo fine alle violazioni lesive dei diritti di proprietà dei “fratelli cristiani”, anche quando a commetterle siano stati membri dello stesso movimento sadrista.
La richiesta di segnalare casi di espropriazioni illegali subite era estesa anche alle famiglie di cristiani che hanno lasciato il Paese negli ultimi anni, con la richiesta di far pervenire al comitato entro la fine del prossimo Ramadan le segnalazioni di usurpazioni fraudolente subite. Il fenomeno della sottrazione illegale delle case dei cristiani ha potuto prendere piede anche grazie a connivenze e coperture di funzionari corrotti e disonesti, che si mettono a servizio di singoli impostori e gruppi organizzati di truffatori. Il furto “legalizzato” delle proprietà delle famiglie cristiane è strettamente collegato all'esodo di massa dei cristiani iracheni, seguito degli interventi militari a guida Usa per abbattere il regime di Saddam Hussein. Tanti truffatori si sono appropriati di case e terreni rimasti incustoditi, contando sulla facile previsione che nessuno dei proprietari sarebbe tornato a reclamarne la proprietà.
Il controverso leader sciita Muqtada al Sadr è noto per essere stato anche il fondatore dell'esercito del Mahdi, la milizia – ufficialmente sciolta nel 2008 - creata nel 2003 per combattere le forze armate straniere presenti in Iraq dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.
Gli analisti hanno registrato negli ultimi dieci anni diversi cambi di passo del leader, che nel 2008 ha sciolto la sua milizia e non appare allineato con l'Iran.
In passato, Muqtada al Sadr è arrivato ad auspicare il superamento del “sistema delle quote” che dalla morte di Saddam fonda su basi settarie la gestione del potere in Iraq. Nel Paese stravolto negli ultimi anni dall'offensiva jihadista, dalla proclamazione del Califfato Islamico con base strategica a Mosul e dalla compresenza di forze diverse e potenzialmente rivali nel fronte eterogeneo che ha portato alla riconquista di quasi tutte le aree che erano cadute in mano alle milizie jihadiste, Muqtada al Sadr ha provato a profilarsi come un potenziale mediatore. In questa prospettiva venne interpretata anche la visita da lui compiuta nel luglio 2017 in Arabia Saudita per incontrare il Principe Mohammed Bin Salman.