Intervista a SER Cardinale Mauro Piacenza, Presidente Internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre
Roma, 20 novembre 2017
Eminenza, Lei ha presieduto l’iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre del 29 aprile 2016, in cui la Fondazione ha illuminato di rosso Fontana di Trevi in ricordo del sangue versato dai martiri cristiani. Quanto è importante tenere desta oggi l’attenzione dell’Occidente rispetto alla persecuzione che affligge milioni di nostri fratelli e sorelle nella fede?Anzitutto è un obbligo di coscienza. Non dimentichiamo che il martire cristiano costituisce anche un elemento di autentica civiltà, una lezione di vera libertà e di amore.
Il colore del sangue proiettato sui grandi monumenti ci ricorda che i martiri cristiani esercitano una preziosa espiazione vicaria, per Cristo, con Cristo e in Cristo, a favore di tutti gli uomini, anche – e questo distingue il martirio cristiano da altri “martirii”- di quelli stessi che sono strumenti del loro martirio! Ed è per questo che innalziamo a Dio un inno di lode per questi fratelli entrati nella gloria del Paradiso, con la palma del martirio tra le mani e cinti della immarcescibile corona di gloria. Siamo infatti certi che l’unica salvezza, che Cristo ci ha guadagnata sulla Croce, giunge oggi a noi anche attraverso di loro, poiché il cristianesimo ha una dimensione strutturalmente martirologica, che lungi dall’annientare l’effetto e la forza, lo irrobustisce e lo rende ancora più fecondo di fede, di amore e di futuro. Non dimentichiamo inoltre che le cause che muoiono sono quelle per cui non si muore!
Il prossimo 22 novembre nel Regno Unito ACS illuminerà di rosso una trentina tra chiese, cattedrali e scuole per promuovere la libertà di fede. Il mese scorso la Fondazione pontificia ha illuminato in Francia la Basilica del Sacro Cuore a Montmartre. Ritiene che tali iniziative si dimostrino efficaci per fare memoria del sangue dei tanti martiri cristiani e sensibilizzare al tema della libertà religiosa l’opinione pubblica?L’iniziativa in sé la ritengo decisamente lodevole e valida per fare memoria e sensibilizzare e la appoggio con entusiasmo, ma occorre che il tutto sia supportato dalla comprensione dei valori che soggiacciono all’iniziativa, altrimenti rischierebbe di diventare come le luminarie di Natale in certi contesti secolarizzati. Nei luoghi poi che hanno visto i martirii dei Santi Thomas Becket, Thomas Moro, John Fischer, se non si hanno giudizi precostituiti, si puòcomprendere meglio il valore del martirio, anche come dimostrazione della dignità umana, della libertà religiosa, della nobiltà di una coscienza formata. Il martirologio dovrebbe diventare nuovamente un libro alla moda nella Chiesa che rinasce. Chi non si appassionerebbe ai nuovi atti dei martiri che pullulano ai nostri giorni?
Il Santo Padre ci ha più volte invitati a non tacere di fronte alle persecuzioni anticristiane. Come insegnare ai cattolici italiani a farsi portavoce dei cristiani perseguitati e a nutrire la giusta riconoscenza nei confronti dei tanti martiri cristiani che versano il sangue per la nostra salvezza?
Sì, il Santo Padre Francesco, molto efficacemente, ci ha ricordato che “anche il silenzio e l’omertà sono peccato”! In sintonia con i sentimenti del Santo Padre, ACN si erge a difesa dei cristiani perseguitati, per alleviarne le sofferenze. La sua voce è quella di un profeta che provoca ed incita a fare l’unica cosa necessaria: dare da mangiare all’affamato di pane e di giustizia, vedendo in esso Gesù. Si prega con fede profonda e si agisce di conseguenza affinché i cuori della gente si aprano per asciugare le “lacrime di Dio” dovunque Egli pianga; si educa ad amare anche gli stessi persecutori e a comprendere la Chiesa come un corpo dove, ovviamente, ogni membro è intimamente legato agli altri. Le famiglie, le parrocchie, le diverse aggregazioni, gli ambienti educativi , dovrebbero essere altrettanti strumenti per aiutare a co mprendere il tema in tutta la sua valenza. E’ anche implicato un discorso culturale a tutto campo. In non pochi paesi del mondo, anchenon molto lontani da noi, è in atto una vera persecuzione ma, si potrebbe dire, “in guanti bianchi”, quasi una “epurazione sistematica” di tutto ciò che è cristiano o sa di cristiano; persecuzione che, dove non ha ancora assunto i toni della violenza fisica, è non meno aggressiva dal punto di vista ideologico, in quel sistematico tentativo, che viene compiuto nelle sedi culturali e legislative, di delegittimare lo stesso “fatto cristiano”, la sua pretesa inclusiva e le conseguenti traduzioni storiche, artistiche e sociali di esso.
Una parte fondamentale dell’impegno di ACS è nel sostegno alle comunità cristiane del Medio Oriente e in particolare nel permettere il ritorno dei cristiani nella Piana di Ninive. Come possiamo difendere le comunità cristiane mediorientali ed impedire che la culla del Cristianesimo si svuoti della presenza cristiana?
ACN ha profuso e sta profondendo con ben motivati propositi tutto il possibile e direi, quasi l’impossibile, affinché il Medio Oriente e, segnatamente, la Piana di Ninive, possano riaccogliere il popolo cristiano che lì affonda radici venerande, rimontanti agli albori del fatto cristiano e che hanno saputo convivere in pace ed amicizia, per secoli, anche con i nuclei musulmani. Con numerose e gravi difficoltà, ma altresì con non minore determinatezza ed amore, si sta attuando il progetto di ricostruzione della Piana; ricostruzione delle abitazioni dei cristiani che furono costretti a fuggire, delle chiese, delle scuole. Si fa in modo che venga ricostruito anche il tessuto sociale e relazionale e non soltanto i muri. I numerosi sfollati desiderosi di fare ritorno ai loro villaggi, alle loro abitazioni, si sono rivolti ai loro vescovi i quali, a loro volta, hanno bussato alla porta di ACN. E’ in tale modo che è iniziata l’attuazione di una sorta di “Piano Marshall” per i cristiani in Iraq, piano che prevede certamente la riedificazione, ma anche un sostegno alla creazione di posti di lavoro mediante il ripristino dei vari servizi indispensabili per la collettività. Innanzi a questo progetto dove tutto è trasparente e documentabile, sono certo che molti di noi si commuoveranno riflettendo sul fatto che innumerevoli cristiani che soffrono per il nome di Gesù, senza fama e senza gloria in questo mondo, espiano la nostra indifferenza pusillanime e ci invitano ad uno slancio generoso. Seguiamo tale slancio, facciamo qualcosa!
Siamo la Chiesa dei martiri? Oso sperare che, innanzi allo spettacolo di ciò che evoca la illuminazione di tanti luoghi con il colore del sangue, ci sentiamo più capaci, meno indegni, più fieri di essere tale Chiesa. Che la nostra fede, per intercessione della nostra Santa Madre che stava ai piedi della Croce, sia ravvivata, rafforzata in mezzo alle nostre incertezze e alle nostre difficoltà!"