By Tempi
Benedetta Frigerio
Benedetta Frigerio
L’Ungheria di Viktor Orban ha deciso di istituire un dipartimento
ministeriale per la difesa dei cristiani e delle minoranze religiose. A
spiegare le ragioni del nuovo dipartimento è stato il ministro delle
risorse umane, Zoltan Balog, intervistato dalla Cna:
«Oggi il cristianesimo è diventato la religione maggiormente
perseguitata, per cui su cinque persone uccise per motivi religiosi
quattro sono cristiane». Sono 81 i paesi nel mondo in cui i cristiani
sono perseguitati, con 200 milioni «che vivono in zone in cui subiscono
discriminazioni. Milioni di vite cristiane sono minacciate dai seguaci
delle ideologie religiose radicali». Balog non si riferisce solo alla
minaccia islamica: «Il nostro interesse – ha proseguito – non è solo per
il Medio Oriente, ma anche per tutte le forme di discriminazione e
persecuzione dei cristiani in tutto il mondo».
SOSTEGNO ECONOMICO. Non si può dire che quella
dell’Ungheria sia un’operazione di facciata, perché il nuovo
dipartimento ha già messo a disposizione 3 milioni di euro per l’aiuto
alle minoranze perseguitate nelle loro terre di provenienza. Attraverso
la Conferenza episcopale ungherese sono infatti stati destinati 300 mila
euro agli studenti in Medio Oriente e alla costruzione di scuole a
Erbil, mentre il governo ha stanziato fondi per l’educazione di 400
bambini rifugiati nei campi profughi. In tutto, la Chiesa e il governo
insieme sostengono l’educazione dei bambini di 740 famiglie cristiane e
di altre minoranze religiose rifugiate nei campi della Giordania,
dell’Iraq e del Libano.
NELLA TERRA D’ORIGINE. La decisione di
intraprendere una via per favorire concretamente i perseguitati è stata
presa dopo la partecipazione di Orban e Balog al raduno annuale per i
legislatori cattolici che si è svolto a fine agosto a Frascati, alle
porte di Roma. Sebbene sia il premier sia il ministro fossero gli unici
protestanti presenti, di fronte all’assemblea che ha sollevato il
problema come il più urgente (vista anche la testimonianza di diversi
esponenti della chiesa mediorientale) Orban ha dichiarato che
«l’Ungheria avrebbe agito contro le persecuzioni cristiane, pronta a
supportare le comunità la cui esistenza stessa è minacciata». Così
l’Ungheria ha deciso di sostenere moralmente e finanziariamente i
profughi affinché, ha detto il ministro, «possano perseverare a rimanere
nelle loro terre d’origine». Perché «aiutare a migliorare la situazione
nei paesi d’origine potrebbe rendere possibile alle minoranze
perseguitare di rimanere nelle loro case o vicino ad esse».