Il futuro politico e amministrativo di Mosul e della provincia
nord-irachena di Ninive continua a essere al centro di manovre,
iniziative e progetti di diversa origine, spesso divergenti o
addirittura antitetici tra loro, che talvolta vengono concepiti fuori
dall'Iraq. A Washington, alla Convention nazionale promossa nei giorni
scorsi (7-9 settembre) dalla organizzazione no profit Usa In Defense of
Christians (IDC), e dedicata al tema “Oltre il Genocidio. Preservare la
cristianità in Medio Oriente" (“Beyond Genocide: Preserving Christianity
in Middle East”) ha preso forma l'idea di far pressione sul Congresso
Usa affinchè appoggi la creazione di una “zona protetta” per le
minoranze religiose nella Piana di Ninive, con il consenso delle
autorità locali e in collaborazione sia con il governo centrale di
Baghdad che con i responsabili politici della Regione autonoma del
Kurdistan iracheno. Congressisti Usa de diverso schieramento, presenti
alla Convention - organizzata in collaborazione con sigle come Philos
Project. l'Armenian National Committee of America e l'Institute of
Global Engagement - hanno già espresso il loro appoggio all'iniziativa. E
questo mentre la American University of Kurdistan, con sede a Dohuk,
diffonde un sondaggio secondo cui il 90 per cento dei cristiani
residenti a Ankawa – sobborgo di Erbil – sarebbero favorevoli
all'indipendenza della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
Nel frattempo, il governatore della provincia di Ninive Athil al Nujafi – costretto anche lui a fuggire quando la regione è stata conquistata dai miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) – ha rivelato a agenzie stampa turche l'esistenza di un progetto per dividere tale provincia in sei o otto zone destinate a popolazioni di diversa identità etnica o religiosa, e ha confermato i contrasti tra il governo iracheno centrale e quello della Regione autonoma del Kurdistan iracheno sulla futura sistemazione politica di Mosul e della Piana di Ninive. Secondo fonti locali consultate da Fides, anche tali contrasti stanno contribuendo a dilazionare le operazioni militari – da tempo annunciate - per la liberazione di Mosul dal domino dell'auto-proclamato Stato Islamico.
Nel frattempo, il governatore della provincia di Ninive Athil al Nujafi – costretto anche lui a fuggire quando la regione è stata conquistata dai miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) – ha rivelato a agenzie stampa turche l'esistenza di un progetto per dividere tale provincia in sei o otto zone destinate a popolazioni di diversa identità etnica o religiosa, e ha confermato i contrasti tra il governo iracheno centrale e quello della Regione autonoma del Kurdistan iracheno sulla futura sistemazione politica di Mosul e della Piana di Ninive. Secondo fonti locali consultate da Fides, anche tali contrasti stanno contribuendo a dilazionare le operazioni militari – da tempo annunciate - per la liberazione di Mosul dal domino dell'auto-proclamato Stato Islamico.