By SIR
“Lavorare per unire i gruppi in lotta. L’Iraq non merita questa situazione. Le parole del Papa sono di grande conforto per la popolazione”. È quanto ha dichiarato al Sir monsignor Alberto Ortega, nunzio apostolico in Giordania e Iraq, dopo l’udienza di Papa Francesco ai partecipanti al quinto incontro, promosso da Cor Unum, degli organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi umanitaria in Siria e Iraq, in corso a Roma. Per monsignor Ortega “la riconciliazione è la strada maestra da seguire e i cristiani possono dare un grande contributo a questo riguardo”. “Sono testimoni di speranza” ha aggiunto il nunzio che ha auspicato che “i cristiani iracheni possano tornare presto nei loro villaggi nella piana di Ninive, da dove furono cacciati da Daesh, e che l’attesa liberazione di Mosul non prenda troppo tempo”. Il desiderio dei tanti cristiani riparati a Erbil, in Kurdistan iracheno, in Giordania e nei Paesi limitrofi, “è quella di rientrare nelle loro case. Il loro rientro sarebbe un bene per la Chiesa e per tutto il Paese. È gente che ha il diritto di ritornare”. L’altra strada da seguire, ha spiegato monsignor Ortega “è quella della ricostruzione della fiducia tra cristiani e musulmani e tra gli stessi musulmani”. Una sfida che può essere vinta grazie anche alla “testimonianza della misericordia dei cristiani. I fedeli che incontro hanno perso tutto ma non hanno rancore e pregano per chi li ha cacciati. È una testimonianza di speranza. Costruire la società insieme, anche con sciiti e sunniti. Siamo condannati al dialogo. Non ci sono altre strade altrimenti sarà solo violenza. La riconciliazione – ha concluso – è la strada maestra e i cristiani possono fare tanto”.