"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

11 settembre 2010

Kirkuk: la campagna “Brucia il Corano” rafforza l’amicizia fra cristiani e musulmani


A Kirkuk la pronta condanna dei cattolici sul rogo del Corano, avvicina cristiani e musulmani. Secondo fonti locali, in occasione dell’Eid al-Fitr gli iman locali hanno letto nelle moschee il messaggio di mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, che con una delegazione di parroci locali ha fatto visita ai leader musulmani, per festeggiare la fine del Ramadan.
Nell’omelia tenutasi ieri nella grande moschea cittadina, l’imam Ahmad ha affermato: “I nostri fratelli cristiani sono sempre pronti a mostrarci la loro solidarietà. La loro denuncia ci ha tranquillizzato”.
Un altro leader religioso, Foad Al – rifai, ha sottolineato che “il pastore americano [Terry Jones] non rappresenta i cristiani”. “Noi – ha affermato – sappiamo la posizione dei cristiani di Kirkuk grazie alla visita dell’arcivescovo e al suo messaggio. Quindi dobbiamo ringraziarli della loro fraternità e rispettare la loro presenza”.
La vicinanza dei cristiani è stata apprezzata anche dal sindaco della città e dalle autorità civili. In molti hanno ascoltato ed elogiato le posizioni del Vaticano, trasmesse alla televisione. Ieri lo sceicco Ismail Al Hadida davanti alla cattedrale di Kirkuk ha chiesto a tutti i musulmani di proteggere i cristiani e l’arcivescovado.
Nonostante queste parole di rassicurazione i cristiani hanno ancora paura. Se il pastore Jones dovesse tornare indietro sulla sua decisione, bruciando il Corano, per le strade di Kirkuk ci sarà una reazione violenta che né i capi religiosi né autorità civili potranno controllare.