"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

6 settembre 2010

Anche a Baghdad ricordata Madre Teresa di Calcutta

By Baghdadhope*

Il centenario della nascita di Madre Teresa di Calcutta è stato celebrato in tutti gli angoli del mondo. Basta controllare la lista degli appuntamenti per il 26 agosto che, nazione per nazione, è stata pubblicata dal Mother Teresa of Calcutta Center
. Tra essi però manca quello tenutosi a Baghdad. Immaginiamo non per una svista ma per l'impossibilità di chi vive in quella città di fare piani a lunga scadenza e quindi di comunicarli in tempo. In ogni caso anche in una città dove i progetti sono a volte solo delle speranze si è voluto ricordare la figura di Madre Teresa e lo si è fatto nella cattedrale latina di Saint Joseph. Partecipanti erano, oltre appunto alle Suore Missionarie della Carità che dal 1991 gestiscono a Baghdad, non lontano dalla cattedrale, un orfanotrofio che accoglie circa 30 bambini orfani e gravemente handicappati, molte altre suore dei diversi ordini presenti in Iraq, Mons. Shleimun Warduni, patriarca vicario caldeo della città e Padre Ghadir O.C.D. che ha celebrato la Santa Messa.

La scorsa settimana si sono tenute anche, secondo quanto riferito a
Baghdadhope da Mons. Warduni, due importanti riunioni. La prima ha riguardato circa 250 giovani riunitisi nella chiesa caldea del Sacro Cuore di Baghdad per discutere dell'imminente sinodo delle chiese cattoliche in Medio Oriente che si terrà a Roma in ottobre.
La seconda ha invece interessato i responsabili della fraternità di "Carità e Gioia" fondata nel 1989 da
Mons. Faraj Paulus Rahho, l'Arcivescovo caldeo di Mosul rapito ed ucciso nel 2008 e da Imad Haseeb che ancora la guida insieme a Mons. Warduni. La fraternità che ha sede a Mosul, Baghdad, Bassora, Dohuk ed Erbil si occupa nella capitale di sostenere materialmente e spiritualmente circa 150 persone affette da handicap.