By Asianews, 8 settembre 2010
I cristiani iracheni colgono l’occasione della festa di Eid al-Fitr per fare gli auguri alla comunità musulmana e allo stesso tempo condannare le dichiarazioni del pastore americano deciso a bruciare il Corano nell’anniversario dell’11 settembre.
La tensione negli Usa con la comunità musulmana è in crescita in conseguenza del progetto di costruire un centro comunitario musulmano ed una moschea non lontano dal luogo in cui l'11 settembre 2001, aerei dirottati da terroristi di al Qaeda uccisero a New York 2.752 persone. La situazione è salita con l'avvicinarsi sia della ricorrenza dell'11 settembre, sia del festival musulmano che celebra la fine del Ramadan, che si prevede si concluda venerdì. I toni sono stati ulteriormente esasperati da Terry Jones, pastore di una chiesa a Gainesville (Florida) che ha annunciato di voler bruciare sabato una copia del Corano, nel nono anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, dicendo di voler denunciare l'Islam come una "religione violenta e oppressiva”.
Il rischio, però, come in passato per altri episodi simili è che nei Paesi a maggioranza musulmana, la comunità cristiana entri nel mirino di attacchi e minacce da parte degli estremisti.
I leader religiosi Usa cristiani, ebrei e musulmani hanno condannato la "frenesia anti musulmana" negli Stati Uniti, dicendosi "spaventati da questa mancanza di rispetto per un testo sacro". Il progetto di bruciare il Corano, secondo il generale David Petraeus, capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan, potrebbe "mettere in pericolo le truppe e minacciare lo sforzo complessivo" per stabilizzare la situazione afghana.
Così oggi l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha rilasciato una dichiarazione ai media e alle moschee del Paese. Di seguito il testo:
“In occasione di Eid al-Fitr, i cristiani di Kirkuk presentano ai loro fratelli musulmani a Kirkuk, in Iraq i migliori auguri, pregando il Signore che questa occasione religiosa stia per approfondire la convivenza e ottenere sicurezza e stabilità. Allo stesso tempo denunciamo l'appello del pastore Terry Jones della Chiesa missionaria Dov nello Stato della Florida a bruciare copie del Corano. Noi condanniamo questo gesto come irresponsabile e immorale, una violenza non solo nei confronti della religione islamica, ma di tutte le religioni. La posizione di questo pastore è individuale e non rappresenta in alcun modo la posizione dei cristiani. Mentre vi assicuriamo la nostra solidarietà nel condannare questo atto spregevole consideriamo che c'è un’urgenza per tutti noi di lavorare insieme, mano nella mano, per rinunciare al fanatismo e alla violenza, che costituiscono la più grande minaccia alla religione”.
I cristiani iracheni colgono l’occasione della festa di Eid al-Fitr per fare gli auguri alla comunità musulmana e allo stesso tempo condannare le dichiarazioni del pastore americano deciso a bruciare il Corano nell’anniversario dell’11 settembre.
La tensione negli Usa con la comunità musulmana è in crescita in conseguenza del progetto di costruire un centro comunitario musulmano ed una moschea non lontano dal luogo in cui l'11 settembre 2001, aerei dirottati da terroristi di al Qaeda uccisero a New York 2.752 persone. La situazione è salita con l'avvicinarsi sia della ricorrenza dell'11 settembre, sia del festival musulmano che celebra la fine del Ramadan, che si prevede si concluda venerdì. I toni sono stati ulteriormente esasperati da Terry Jones, pastore di una chiesa a Gainesville (Florida) che ha annunciato di voler bruciare sabato una copia del Corano, nel nono anniversario degli attentati alle Torri Gemelle, dicendo di voler denunciare l'Islam come una "religione violenta e oppressiva”.
Il rischio, però, come in passato per altri episodi simili è che nei Paesi a maggioranza musulmana, la comunità cristiana entri nel mirino di attacchi e minacce da parte degli estremisti.
I leader religiosi Usa cristiani, ebrei e musulmani hanno condannato la "frenesia anti musulmana" negli Stati Uniti, dicendosi "spaventati da questa mancanza di rispetto per un testo sacro". Il progetto di bruciare il Corano, secondo il generale David Petraeus, capo delle forze Usa e Nato in Afghanistan, potrebbe "mettere in pericolo le truppe e minacciare lo sforzo complessivo" per stabilizzare la situazione afghana.
Così oggi l’arcivescovo caldeo di Kirkuk, mons. Louis Sako, ha rilasciato una dichiarazione ai media e alle moschee del Paese. Di seguito il testo:
“In occasione di Eid al-Fitr, i cristiani di Kirkuk presentano ai loro fratelli musulmani a Kirkuk, in Iraq i migliori auguri, pregando il Signore che questa occasione religiosa stia per approfondire la convivenza e ottenere sicurezza e stabilità. Allo stesso tempo denunciamo l'appello del pastore Terry Jones della Chiesa missionaria Dov nello Stato della Florida a bruciare copie del Corano. Noi condanniamo questo gesto come irresponsabile e immorale, una violenza non solo nei confronti della religione islamica, ma di tutte le religioni. La posizione di questo pastore è individuale e non rappresenta in alcun modo la posizione dei cristiani. Mentre vi assicuriamo la nostra solidarietà nel condannare questo atto spregevole consideriamo che c'è un’urgenza per tutti noi di lavorare insieme, mano nella mano, per rinunciare al fanatismo e alla violenza, che costituiscono la più grande minaccia alla religione”.