"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

1 luglio 2009

Come l'Araba Fenice Baghdad tornerà a volare

By Baghdadhope

Sembra impossibile anche "pensare" alla normalità quando si parla di Baghdad. Una città che proprio in questi giorni, con l'abbandono da parte delle truppe statunitensi delle città irachene, è ripiombata nel caos degli attentati.
Eppure "normale" è stato definito lo svolgimento dell'anno di studio dell'Istituto di Scienze Religiose che prepara, in un triennio, i futuri catechisti. Anno scolastico che si è svolto regolarmente e che si è concluso con la consegna dei diplomi ai nuovi 5 catechisti - tre donne e due uomini.

Presenti alla cerimonia, svoltasi il 23 giugno, erano Mons. Jacques Isaac, Rettore del Babel College, cui l'Istituto è affiliato, che nel discorso introduttivo ha sottolineato il ruolo dell'Istituto nella preparazione intellettuale dei cristiani ed ha rivelato l'intenzione di aprire una sede ad Ankawa, nel nord dell'Iraq, la cittadina dove per ragioni di sicurezza nel gennaio del 2007 è stato trasferito da Baghdad lo stesso Babel College e dove vivono migliaia di cristiani tra gli autoctoni e coloro che vi si sono rifugiati per sfuggire dalla violenza di altre parti del paese.
C'era il Nunzio Apostolico in Giordania ed Iraq, Mons. Francis A. Chullikat, Mons. Andraous Abouna, vescovo ausiliare caldeo di Baghdad, Padre Salem Saka, vice rettore del Babel College, Padre Sa'ad Sirop Hanna, direttore dell'Istituto di Scienze Religiose, Abdallah Al Naufali, a capo dell'ufficio governativo per i non musulmani e molti tra sacerdoti, parenti ed amici dei neo diplomati.
Anno scolastico regolare dunque. E regolare anche la cerimonia che, quasi a segnare magari non una vera ma certamente una desiderata normalità, e pur seguendo le normali procedure di sicurezza che ancora oggi a Baghdad sono una necessità, non si è svolta in una chiesa o in un luogo ad essa collegato e blindato ma al "Pine Palace" di Baghdad, una sala per ricevimenti.

Ci vorrà del tempo ma Baghdad risorgerà, e con essa gli iracheni.