Di Alessandro Ciquera
I personaggi che compongono il desolante romanzo che rappresenta l'Iraq odierno sono variegati e complessi, avremo storie di amori e tradimenti, di promesse, di illusioni, di minacce, di violenze. Questo è il Medio Oriente, questi sono i suoi pregi e i suoi difetti. Una menzione particolare tuttavia va fatta verso quella categoria di persone che pagherebbero per avere la possibilità di essere corrotte: i leader religiosi, politici e tribali che hanno trovato (con la confusione seguita alla caduta di Saddam Hussein) la loro fortuna e il loro successo, uno di questi risponde al nome di Moqtada al Sadr, non esattamente il genere di uomo che una coppia di genitori sarebbe felice di vedere a cena in compagnia della figlia. Il ritratto di questo curioso e pericoloso personaggio conserva nelle fasce sciite della popolazione un fascino ed un'attrazione potente. Senza la fine del regime probabilmente sarebbe rimasto un emerito sconosciuto, una semplice pedina Iraniana infiltrata in campo avverso. La Seconda Guerra del Golfo tuttavia lo ha portato agli onori degli altari, con l'entrata a Baghdad delle truppe statunitensi ha visto la possibilità della gloria eterna, ed ha dichiarato la nascita dell'Esercito del Mahdi, organizzazione che negli ultimi sei anni si è occupata di creare disordini, ribellioni nei vari distretti della capitale, autobombe, attentati alla risoluzione democratica della Nazione. Le opinioni comuni che hanno gli iracheni è che Moqtada rappresenti il perfetto "nemico" dei marines, il classico volto di terrorista barbuto che le televioni occidentali propinano prima di pranzo: proprio per questo motivo non esiste alcuna reale intenzione ad eliminarlo. Se si dovesse distruggere chi è identificato come la causa di tutti i mali non rimarebbe più nessuna scusa per giustificare il fatto che questo è un Paese in fiamme, dove l'occupazione sarebbe stata gestita meglio da un criceto militarizzato con divisa e gradi. Le organizzazioni insorgenti sono state lasciate libere di colpire, uccidere, torturare tutte le minoranze presenti sul territorio, dagli omosessuali ai transessuali, fino ad esponenti di altre religioni, senza che nessuno si preoccupasse realmente delle dimensioni che poteva raggiungere in termini di portata un simile fenomeno. Le ultime dichiarazioni rilasciate da Al Sadr sono le seguenti: "L' Omosessualita' e' una male che va sradicato con l'insegnamento", non si capisce bene in che modalità dovrebbe essere effettuato questo insegnamento, visto che a Baghdad (e non solo) sono in azione da mesi Squadroni della morte, fuoriusciti proprio dal suo Esercito, con elenchi dettagliati di vittime predestinate che vengono sequestrate e uccise, per poi essere abbandonate sui portoni dell'obitorio centrale della città. Le indagini della polizia non sono arrivate a carpire i volti di questi assassini, ma un fatto è certo, non si tratta di cadaveri scollegati tra di loro, esattamente come non sono sconnesse tra di loro le morti di Kirkuk e di Mosul: la causa di tutto ciò è la mancanza di una volontà vera di individuare i colpevoli, perchè il disordine da sempre indica un forte desiderio di ordine, ed ecco giustificata la presenza di eserciti privati in Iraq, che sostituiscono i marines in alcune operazioni, e vengono pagati dall' amministrazione U.S.A stessa, per compiere atti che i soldati ufficiali non possono effettuare. Sono molti gli iracheni che affermano che alcune delle bombe che fanno strage le mettono gli strategi americani."Probabilmente non tutte, ma una buona percentuale sì, ogni volta che devono giustificare un'azione che devono compiere hanno bisogno di una motivazione, e non possono assolutamente aspettare che venga da sola". Le opinioni si ricorrono, gli amici diventano nemici. Le logiche di spartizione sono le seguenti: esiste chi detiene il potere, e chi è troppo debole per usarlo, non esiste il male o il bene. Urgono inchieste per cercare la verità e la giustizia, perchè là dove sembra ci sia troppa Luce in realtà le Ombre sono più profonde.