"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

12 giugno 2017

I familiari riabbracciano Christina, la bambina cristiana rapita 3 anni fa dai miliziani di Daesh


Si chiama Christina Kader Ebada la bambina cristiana di Qaraqosh che ha potuto essere riabbracciata dai suoi familiari dopo essere stata rapita tre anni dai jihadisti dello Stato Islamico. Il ritrovamento della bambina, che adesso ha sei anni, è avvenuto venerdì 9 giugno. Secondo le vaghe notizie riportate dai media locali, Christina è stata ritrovata nei sobborghi di Mosul, la metropoli nord-irachena che dal giugno 2014 era stata occupata dalle milizie dell'auto-proclamato Stato Islamico (Daesh), e che ora è stata quasi completamente riconquistata dall'esercito iracheno con l'appoggio della coalizione internazionale anti-Daesh.
Tre anni fa, il 22 agosto 2014, quando Chistina aveva solo tre anni, la madre Aida aveva raccontato che i miliziani di Daesh le avevano tolto dalle braccia la figlia prima di espellere lei, il marito cieco e i loro altri quattro figli. A quel tempo intorno alla vicenda della bambina era stata lanciata una campagna di mobilitazione internazionale – con tanto di hastag #savecristina diffuso attraverso i social media – per chiederne la liberazione. Erano state diffuse anche versioni non verificate - e a questo punto da considerare non credibili - secondo le quali la bambina era stata rapita per finire nell'harem di un vecchio jihadista afghano.
I familiari di Christina, che per tre anni hanno vissuto come sfollati presso Erbil, la capitale del Kurdistan iracheno, hanno espresso in diverse interviste la loro incontenibile gioia per il ritorno di Christina, insieme all'intenzione di emigrare dall'Iraq.