Come si può aiutare le famiglie
e i giovani cristiani in Iraq a ricominciare la loro vita dopo la distruzione
degli estremisti islamici? Trovare risposte a questa domanda è stato lo scopo
primario della delegazione ungherese che recentemente ha visitato i villaggi
cristiani liberati in Iraq del Nord, nella Piana di Ninive. György Hölvényi, europarlamentare
ungherese, Fra’ Csaba Böjte francescano, direttore della Fondazione San
Francesco di Déva che si occupa della protezione e dell’integrazione sociale
dei bambini abbandonati, e P. Szabolcs Sajgó S.I., rappresentante in Ungheria del
Jesuit Refugee Service, hanno visitato diverse città della regione.
Tra gli eventi, che dimostrano
la collaborazione delle chiese cristiane per la ricostruzione, la delegazione
ha avuto occasione di partecipare a quello organizzato dalla fondazione Aiuto
alla Chiesa che soffre (ACS/ACN) per consegnare le donazioni destinate alla
ricostruzione delle case per le prime 100 famiglie ritornate nel loro Paese
natio. Fra’ Csaba Böjte ha pregato sulle rovine della chiesa a Bakhdida per la
pace nel Paese. Hanno, poi, incontrato i capi delle comunità cristiane della
regione.
Ad Erbil, capoluogo della
regione autonoma del Kurdistan iracheno, hanno visitato l’andamento della
costruzione della scuola cristiana, finanziata dal Governo ungherese e dalla Conferenza
Episcopale Ungherese, che aprirà le porte in settembre agli studenti di tutte
le confessioni, come previsto dalla legge irachena.
La delegazione ha visitato
anche la città di Teleskof (Tell-Asquf), distrutta dagli estremisti islamici,
per la cui ricostruzione il Governo ungherese insieme con le chiese locali ha
sviluppato un progetto speciale. Il relativo accordo di finanziamento, in virtù
del quale il Governo ungherese concede dei fondi del valore di circa 1,8
milioni di euro a questo progetto, è stato firmato a Budapest il 29 maggio dal
Primo Ministro ungherese Viktor Orbán e il patriarca caldeo Louis Raphael Sako.
Dopo la visita, l’On György
Hölvényi, deputato europarlamentare ha spiegato in un’intervista che purtroppo
in Europa manca quel modo di pensare per cui sarebbe meglio aiutare i bisognosi
nel loro ambiente, nel loro contesto invece di sostenere la loro emigrazione.
La cultura dell’accoglienza è guidata anche dall’egoismo, dagli interessi
economici in Europa. L’onda dei migranti invece ha fatto capire l’importanza di
cambiare politica, cosa che i paesi dell’Europa centro-orientale hanno già
potuto riconoscere a causa della loro storia. I cristiani dell’Iraq si chiedono:
Andare o rimanere? Si tratta delle comunità cristiane più antiche del mondo.
Aiutarli a rimanere nelle loro terre per un europeo dovrebbe essere una
questione di diritti umani, di cultura, e di sicurezza.