Fonte: SIR
“Non è giusto che i cristiani abbiano delle milizie proprie”. Con queste parole il vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, commenta al Sir la notizia che alcuni villaggi cristiani, nel nord dell’Iraq, si siano dotati di una milizia per difendersi dagli attacchi di gruppi di integralisti affiliati ad Al-Qaeda. In particolare sul sito di Middle East on line è apparsa la notizia che gli abitanti del villaggio di Tel Asquf, nei pressi di Ninive, hanno formato una milizia (200 persone) con l’aiuto del Kurdistan che ha fornito loro fucili e radio, pagando addirittura 200 dollari al mese (140 euro circa) ai suoi componenti. Secondo mons. Warduni, “questa non è la via giusta. Noi lavoriamo per la pace, sempre, le milizie sono per la guerra. Siamo contrari all’uso delle armi l’unica risposta alla violenza è il dialogo e la pace. L’Iraq ha bisogno di pace e non di altre armi”. Già altre volte in passato il vescovo ausiliare della capitale irachena aveva invocato protezione per tutta la popolazione, e non solo per i cristiani, da parte delle istituzioni centrali contro gli attentati terroristici degli estremisti e la violenza settaria. Circa i cristiani, conclude mons. Warduni, “continuano a subire violenze e abusi anche a fronte di una situazione leggermente migliore. La stabilità e la sicurezza restano le priorità di questo Paese”.
“Non è giusto che i cristiani abbiano delle milizie proprie”. Con queste parole il vescovo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, commenta al Sir la notizia che alcuni villaggi cristiani, nel nord dell’Iraq, si siano dotati di una milizia per difendersi dagli attacchi di gruppi di integralisti affiliati ad Al-Qaeda. In particolare sul sito di Middle East on line è apparsa la notizia che gli abitanti del villaggio di Tel Asquf, nei pressi di Ninive, hanno formato una milizia (200 persone) con l’aiuto del Kurdistan che ha fornito loro fucili e radio, pagando addirittura 200 dollari al mese (140 euro circa) ai suoi componenti. Secondo mons. Warduni, “questa non è la via giusta. Noi lavoriamo per la pace, sempre, le milizie sono per la guerra. Siamo contrari all’uso delle armi l’unica risposta alla violenza è il dialogo e la pace. L’Iraq ha bisogno di pace e non di altre armi”. Già altre volte in passato il vescovo ausiliare della capitale irachena aveva invocato protezione per tutta la popolazione, e non solo per i cristiani, da parte delle istituzioni centrali contro gli attentati terroristici degli estremisti e la violenza settaria. Circa i cristiani, conclude mons. Warduni, “continuano a subire violenze e abusi anche a fronte di una situazione leggermente migliore. La stabilità e la sicurezza restano le priorità di questo Paese”.