"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

14 dicembre 2020

Iraq Vescovi cattolici: Il mistero del Natale e la visita del Papa fanno fiorire la speranza, anche nei nostri deserti


 
Foto Patriarcato Caldeo
Il popolo iracheno sta attraversando il tempo presente come si attraversa il deserto. Un deserto spirituale e materiale che mette a nudo le fragilità di tutti, compresi i tanti fratelli che “non hanno più sogni da vivere in questo Paese, e fuggono migrando”, Ma proprio questo deserto, abitato da dubbi e paure per un futuro incerto e pieno di minacce, i battezzati sono chiamati a “preparare le vie del Signore”, che nel mistero del Natale ha preso carne umana per far arrivare la Sua salvezza agli uomini e alle donne di ogni tempo.
Lo scrivono i vescovi cattolici in Iraq nel messaggio diffuso a conclusione dell’incontro svoltosi a Baghdad venerdì 11 dicembre. Nel Natale - suggeriscono i vescovi nel loro messaggio – il Signore ci viene incontro e ci dona la sua salvezza attraversando tutti i deserti. Lui può far fiorire la speranza anche in mezzo alle desolazioni di ogni genere che assediano la vita quotidiana degli iracheni e dei popoli del Medio Oriente. Una speranza che potrà essere alimentata anche dal segno dell’annunciata visita di Papa Francesco in terra irachena.
La riunione del Consiglio dei vescovi cattolici iracheni, presieduta dal Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, ha affrontato anche questioni legate alla preparazione della visita papale in Iraq. All’incontro ha preso parte anche l’Arcivescovo Mitja Leskovar, Nunzio apostolico in Iraq. I vescovi cattolici del Paese hanno già messo in agenda due riunioni straordinarie del consiglio, una a gennaio e una a febbraio 2021, per seguire la preparazione del viaggio apostolico dell’attuale Successore di Pietro, in programma dal 5 all’8 marzo 2021. “Ci manca la pace, siamo vulnerabili davanti alle milizie di Daesh e a quelle simili. La pandemia da Covid 19 sta depredando il nostro popolo, paralizzando le nostre capacità e spegnendo le nostre relazioni, che sono l’essenza della nostra umanità. In questo deserto, il Signore chi chiede di preparare le vie, perché sta arrivando il nostro Salvatore. Le nostre preghiere si alzeranno, per chiedere di essere salvati”.