"La situazione sta peggiorando. Gridate con noi che i diritti umani sono calpestati da persone che parlano in nome di Dio ma che non sanno nulla di Lui che è Amore, mentre loro agiscono spinti dal rancore e dall'odio.
Gridate: Oh! Signore, abbi misericordia dell'Uomo."

Mons. Shleimun Warduni
Baghdad, 19 luglio 2014

17 dicembre 2020

Iraq Ministra dell'Immigrazione incontra il Nunzio apostolico per scambiare idee, opinioni e progetti sui rifugiati e sfollati dentro e fuori l'Iraq


Evan Faeq Yakoub Jabro, attuale Ministra irachena per l’immigrazione e i rifugiati, cristiana caldea, secondo informazioni di Fides dello scorso 20 novembre "ha iniziato a mettere in atto il piano disposto a ottobre dal governo di Baghdad, che prevede la chiusura entro il prossimo marzo di tutti i campi profughi disseminati sul territorio nazionale. La realizzazione del piano si rivela tutt’altro che agevole, e le prime indicazioni espresse dalla Ministra sui criteri guida che dovrebbero ispirarlo sono state già accolte da critiche e polemiche."
Oggi, mercoledì 16 dicembre, la Ministra ha confermato a Iraqi News Agency - INA, che il governo di Baghdad "lavora per costruire ponti di fiducia, per preservare e difendere le minoranze e per chiudere i campi di sfollati, tutte persone che vivono in condizioni di povertà estrema nonostante gli aiuti nazionali e internazionali, insufficienti".
In questo contesto la dichiarazione del Ministero dell'Immigrazione, diffusa da INA, spiega in dettaglio l'incontro tra la Ministra Evan Jabro e il Nunzio apostolico in Iraq, monsignor Mitja Leskovar, per discutere l'andamento del piano di emergenza del ministero per incoraggiare le famiglie sfollate, attualmente in campi profughi, a tornare volontariamente nelle loro terre di origine, così come i diversi sistemi e modi di fornire aiuti a queste persone in estrema precarietà.
La Ministra dell'Immigrazione ha osservato durante l'incontro che "il terrorismo ha lasciato tangibili effetti negativi in Iraq, compresa la distruzione delle aree che erano sotto il suo controllo e ha accentuato la diminuzione delle minoranze nel Paese a seguito dell'immigrazione forzata negli ultimi anni". La nota, inoltre, precisa che le parti hanno scambiato opinioni e idee sul "rimpatrio degli sfollati e sulla riabilitazione di donne e bambini vittime dell'Isis, dal punto di vista psicologico e sociale, in modo che si integrino nella società e conducano una vita normale". Il Ministero, si è detto nell'incontro, "ha chiuso 18 campi per sfollati e ne rimangono solo tre, ad eccezione dei campi nella regione del Kurdistan iracheno". Per quanto riguarda gli iracheni della diaspora, la Ministra Evan Faeq Yakoub Jabro ha precisato: "La direzione del ministero nella fase successiva riguarderà i Paesi che ospitano un gran numero di rifugiati iracheni, come Germania, Belgio, Australia e Finlandia, affinché siano monitorate le loro condizioni, in particolare le persone le cui domande di asilo sono state respinte e si faccia il possibile per incoraggiarle a tornare in Iraq volontariamente, evitando i rimpatri forzati".
Da parte sua, il Nunzio ha sottolineato la volontà della Santa Sede: "Impegnarsi al massimo per sviluppare le relazioni tra Iraq e Vaticano con lo scopo di raggiungere gli obiettivi comuni delle parti al servizio dell'umanità e dei suoi diritti e per diffondere la cultura e i valori della pace e della solidarietà."
Infine, senza offrire particolari, il comunicato conclude dicendo che si è parlato anche sul pellegrinaggio apostolico di Papa Francesco fissato, per ora, dal 5 all’8 marzo 2021.