By Radiovaticana
Benedetta Capelli
Benedetta Capelli
In Iraq, dopo la cacciata del sedicente Stato
Islamico da Mosul, la situazione resta tesa con episodi di violenza ed
esecuzioni sommarie. La destituzione del sindaco cristiano di
Alqosh, nella Piana di Ninive, sostituito da un politico vicino al
partito democratico del Kurdistan, ha sollevato molte polemiche.
In proposito, abbiamo raccolto l’opinione del patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako:
In proposito, abbiamo raccolto l’opinione del patriarca di Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël I Sako:
È un precedente molto pericoloso, perché il
sindaco, il governatore di Alqosh o dei villaggi della Piana di Ninive
sono eletti dal popolo; e non è un partito che deve scegliere, cambiare o
sostituire. Questo è molto pericoloso per noi, perché devono rispettare
i diritti degli abitanti di questi villaggi. Noi abbiamo reagito,
abbiamo scritto, abbiamo parlato con il presidente della Repubblica e
speriamo che le cose vadano molto meglio.
Che rischio ci sarebbe se il Kurdistan si staccasse dall’Iraq?
Loro hanno il diritto di decidere per loro ma non devono andare oltre e chiedere a tutti. La gente della Piana di Ninive deve decidere il proprio futuro, non altri.
E c’è una lotta per la Piana di Ninive con la gente che ha ancora paura
di ritornare, perché non si sa niente, il futuro non è chiaro…
Per quanto riguarda Mosul, quali sono le notizie? Human Rights
Watch ha parlato di esecuzioni sommarie e violenze tra chi è sospettato
di aver avuto legami con l’Is: cosa c’è di vero?
Tutto può essere, tutto può succedere, perché è una guerra e non c’è controllo…Tanta gente era con l’Is e non si sa chi è nemico e chi non lo è.
Poi soprattutto Mosul ovest è stata quasi del tutto distrutta: l’80
percento della città. Di dieci ospedali nove sono stati distrutti e sei
ponti anche. 63 Chiese e moschee sono distrutte così come 11mila case…
La gente dove tornerà? E il governo non ha soldi. È un’ansia per tutti,
veramente...
Che appello si sente di fare?
Questa vittoria deve essere anche una vittoria per la
riconciliazione dei politici iracheni: tra di loro. Basta divisioni,
basta conflitti, basta guerre! Devono imparare, e avere rispetto e
misericordia per la gente che soffre.