By Fides
Ora che anche Mosul è stata quasi del tutto liberata dai miliziani dell'auto-proclamato Stato Islamico (Daesh), occorre reintegrare al più presto tutti i dipendenti dello Stato e delle amministrazioni pubbliche locali che negli ultimi tre anni hanno dovuto abbandonare il posto di lavoro nei territori che dal giugno 2014 erano stati conquistati dalle milizie jihadiste. E' questa l'urgenza sottoposta all'attenzione del governo centrale di Baghdad dal politico cristiano Imad Youkhana, esponente dell'Assyrian Democratic Movement (Zowaa) e membro del Parlamento iracheno. A giudizio di Youkhana, la ripartenza della macchina statale si coniuga con la necessità di garantire i diritti dei lavoratori operanti nelle istituzioni pubbliche – comprese scuole, università e presidi sanitari -, mettendo in atto anche misure di rimborso almeno parziale per i dipendenti pubblici che in questi tre anni non hanno ricevuto stipendi. La segreteria del Consiglio dei ministri iracheno – riportano media locali citando lo stesso Youkhana - ha espresso il proprio sostegno alle proposte di reintegro rapido dei dipendenti pubblici, molti dei quali, nelle regioni liberate dal dominio jihadista, appartenevano alle locali comunità cristiane.
In passato, prima ancora che Mosul e la Piana di Ninive cadessero nelle mani dei jihadisti, Youkhana aveva già denunciato alcuni funzionari pubblici della provincia di Ninive accusati di aver messo in piedi un meccanismo di corruzione con cui molte proprietà – terreni e case - appartenenti a cristiani cambiavano proprietario in maniera illecita, senza alcuna autorizzazione da parte dei legittimi titolari dei beni (vedi Fides 3/3/2014). Le frodi, connesse a tangenti, avvenivano in combutta con alcuni addetti al registro delle proprietà immobiliari, ed erano facilitate dal fatto che che gran parte dei proprietari cristiani si trovavano da anni fuori dal Paese.
Ora che anche Mosul è stata quasi del tutto liberata dai miliziani dell'auto-proclamato Stato Islamico (Daesh), occorre reintegrare al più presto tutti i dipendenti dello Stato e delle amministrazioni pubbliche locali che negli ultimi tre anni hanno dovuto abbandonare il posto di lavoro nei territori che dal giugno 2014 erano stati conquistati dalle milizie jihadiste. E' questa l'urgenza sottoposta all'attenzione del governo centrale di Baghdad dal politico cristiano Imad Youkhana, esponente dell'Assyrian Democratic Movement (Zowaa) e membro del Parlamento iracheno. A giudizio di Youkhana, la ripartenza della macchina statale si coniuga con la necessità di garantire i diritti dei lavoratori operanti nelle istituzioni pubbliche – comprese scuole, università e presidi sanitari -, mettendo in atto anche misure di rimborso almeno parziale per i dipendenti pubblici che in questi tre anni non hanno ricevuto stipendi. La segreteria del Consiglio dei ministri iracheno – riportano media locali citando lo stesso Youkhana - ha espresso il proprio sostegno alle proposte di reintegro rapido dei dipendenti pubblici, molti dei quali, nelle regioni liberate dal dominio jihadista, appartenevano alle locali comunità cristiane.
In passato, prima ancora che Mosul e la Piana di Ninive cadessero nelle mani dei jihadisti, Youkhana aveva già denunciato alcuni funzionari pubblici della provincia di Ninive accusati di aver messo in piedi un meccanismo di corruzione con cui molte proprietà – terreni e case - appartenenti a cristiani cambiavano proprietario in maniera illecita, senza alcuna autorizzazione da parte dei legittimi titolari dei beni (vedi Fides 3/3/2014). Le frodi, connesse a tangenti, avvenivano in combutta con alcuni addetti al registro delle proprietà immobiliari, ed erano facilitate dal fatto che che gran parte dei proprietari cristiani si trovavano da anni fuori dal Paese.