By Radiovaticana
Dopo nove mesi di battaglia contro i gruppi jihadisti del sedicente Stato Islamico, Mosul è "liberata". Lo ha annunciato il premier iracheno Haider al-Abadi. Nelle ultime ore i soldati avevano riconquistato la città vecchia, dove sorgeva la moschea Al Nuri, scelta nel luglio del 2014 da Abu Bakr al Baghdadi per annunciare al mondo la nascita del ‘Califfato’. Nella zona, comunque, ci sarebbero ancora gruppi di jihadisti asserragliati e, secondo l'Onu, oltre 20 mila civili intrappolati. Su questa drammatica situazione, don Renato Sacco e don Fabio Corazzina - rispettivamente coordinatore ed ex coordinatore nazionale di Pax Christi - hanno pubblicato una lettera-denuncia, sottolineando la preoccupazione umanitaria per la popolazione di Mosul. Sui contenuti della lettera, don Renato Sacco al microfono di Fabio Colagrande:
Con don Fabio ci siamo detti: “Come mai la seconda città irachena è caduta il mese di giugno del 2014 in mano all’Is così, come se fosse il piccolo paese dove abito io?”.
Dopo nove mesi di battaglia contro i gruppi jihadisti del sedicente Stato Islamico, Mosul è "liberata". Lo ha annunciato il premier iracheno Haider al-Abadi. Nelle ultime ore i soldati avevano riconquistato la città vecchia, dove sorgeva la moschea Al Nuri, scelta nel luglio del 2014 da Abu Bakr al Baghdadi per annunciare al mondo la nascita del ‘Califfato’. Nella zona, comunque, ci sarebbero ancora gruppi di jihadisti asserragliati e, secondo l'Onu, oltre 20 mila civili intrappolati. Su questa drammatica situazione, don Renato Sacco e don Fabio Corazzina - rispettivamente coordinatore ed ex coordinatore nazionale di Pax Christi - hanno pubblicato una lettera-denuncia, sottolineando la preoccupazione umanitaria per la popolazione di Mosul. Sui contenuti della lettera, don Renato Sacco al microfono di Fabio Colagrande:
Con don Fabio ci siamo detti: “Come mai la seconda città irachena è caduta il mese di giugno del 2014 in mano all’Is così, come se fosse il piccolo paese dove abito io?”.
Perchè l'Is è riuscito a resistere in questi tre anni?
Lo abbiamo un po’ voluto; gli Stati Uniti hanno ammesso le loro
responsabilità. Probabilmente la vendita del petrolio - quelle sono zone
petrolifere - con un prezzo più basso ha fatto sì che anche quelli che
dicono di essere contro l’Is fanno affari con loro e chi ci rimette sono
le persone, se è vero che ci sono ancora migliaia e migliaia di civili
intrappolati. I jihadisti sono in Iraq non solo per la cattiveria
dell’Is, ma perché qualcuno ha dato loro le armi, ha fornito loro quelle
lunghe file di pick-up che vedevamo nelle immagini provenienti dalla
zona, ha dato loro soldi… Quindi siamo proprio con le 'mani pulite' di
fronte alla tragedia di quelle persone? Questa è la guerra: la guerra
fatta casa per casa non porterà che morte e distruzione. Quando tutto
sarà finito avranno fatto un deserto e lo chiameranno pace. Forse non
c’era altra soluzione, ma certo è che in questi tre anni i miliziani
dell’Is sono stati lasciati liberi: è stato permesso loro quasi tutto.
Perchè si parla solo ora di Mosul?
Noi commentavamo un po’ il Libro di Giona, che annuncia alla
gente di Ninive - Mosul è l’antica Ninive - di convertirsi. E questi
vestono il sacco, fanno digiuno… Allora
forse Giona lo chiede non solo a quelli di Ninive, ma anche a noi:
bisogna convertirsi in questa logica altrimenti ci sarà un’altra Mosul,
ci sarà un altro Is che si chiamerà in un altro modo, prima c’era al
Qaeda… Cambiano le cose ma la logica della guerra, della violenza
rischia di essere quella sempre più vincente e purtroppo anche un po’
accettata.